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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia

Mafia, processo "Kerkent", il boss Lombardozzi ordinò: "Cancellate quel debito e lasciatelo fuori"

Il comandante della Dia Roberto Cilona racconta in aula l'intervento del capomafia, morto 4 anni fa, per non coinvolgere nel clan il fratello del genero. Incontro con Antonio Massimino, al quale avrebbe consegnato lo "scettro", per dargli un segnale preciso

"Cancellate quel debito e tenetelo fuori, Luca Siracusa non deve far parte del vostro giro". Il boss Cesare Lombardozzi, che avrebbe ceduto - di fatto - lo scettro della famiglia mafiosa ad Antonio Massimino, lanciò un messaggio preciso: il fratello del genero (condannato a 8 anni nel troncone abbreviato del processo) doveva restare fuori dal giro.

A rivelarlo, al processo scaturito dall'inchiesta "Kerkent" a carico di sette persone, in corso davanti ai giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, è il comandante della Dia Roberto Cilona. Il poliziotto ha svelato che le indagini accertarono l'intervento del boss, nel 2015, due anni prima di morire, per far cancellare un debito a Siracusa e tenerlo fuori.

"La circostanza - ha aggiunto Cilona rispondendo al pm della Dda Alessia Sinatra - ha creato dei problemi all'interno del gruppo gestito da Massimino perchè, anche se quest'ultimo era disposto a cancellare il debito, Alessio Di Nolfo continuò a coinvolgere Luca Siracusa".

Lo stesso Di Nolfo, per questa vicenda e per dei presunti ammanchi, entrò in contrasto con il clan di Massimino e subì minacce e l'incendio di auto e moto. 

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