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Mafia, droga ed estorsioni, parte procedimento di prevenzione per gregario del boss Massimino

Giuseppe Messina è considerato uno dei personaggi di spicco dell'inchiesta "Kerkent": per la Questura è socialmente pericoloso

Mentre il processo si avvia alla conclusione dopo la requisitoria dei pm e le arringhe della difesa, si discute al tribunale di Palermo - davanti alla sezione misure di prevenzione - della richiesta di sorveglianza speciale per il trentatreenne Giuseppe Messina, arrestato il 4 marzo dell’anno scorso nella maxi operazione antimafia “Kerkent” che ha disarticolato il clan mafioso che sarebbe stato gestito dal boss Antonio Massimino. Messina, in particolare, è accusato di averlo collaborato nella gestione del narcotraffico che, secondo quanto sostiene la Dia, sarebbe stato messo in piedi per finanziare la cosca.

La Questura, adesso, ritiene che, sulla base di questa e altre vicende giudiziarie nelle quali è stato coinvolto, emerga un profilo di pericolosità sociale da contenere attraverso una misura di prevenzione personale. Ieri è iniziato il procedimento che non è entrato nel vivo per la richiesta di rinvio del difensore, l'avvocato Salvatore Pennica.

Si tratta di un provvedimento, operativo dopo la scarcerazione, che impone alcune restrizioni come l’obbligo di restare in casa negli orari serali, l’obbligo di dimora nel proprio Comune e il divieto di frequentare pregiudicati. I giudici decideranno al termine di un procedimento in contraddittorio fra la Procura e la stessa difesa.

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