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Mafia, operazione Assedio: presunto braccio destro del boss chiede scarcerazione

Udienza bis in Cassazione per l'imprenditore 47enne Raimondo Semprevivo, la difesa: "Nessuna estorsione, solo un tentativo bonario di risolvere un contenzioso"

"L'intervento di Angelo Occhipinti, compagno della madre dell'indagato, fu solo dettato dalla volontà di porre fine a un contenzioso, peraltro arrivando ad una soluzione che stava a metà rispetto alle sue richieste. Non ci fu alcuna minaccia ma solo un tentativo di trovare una soluzione bonaria della vicenda".

L'avvocato Giovanni Castronovo, al secondo passaggio in Cassazione, prova ad ottenere l'annullamento dell'ordinanza cautelare in carcere emessa, nel luglio dell'anno scorso, nei confronti dei quarantasettenne Raimondo Semprevivo, arrestato nell'operazione "Assedio".

Semprevivo, in particolare, nel 2018, aveva un credito di 10.000 euro nei confronti un imprenditore alle cui dipendenze aveva lavorato, in Germania, senza essere retribuito. Per ottenere i soldi avrebbe fatto, quindi, intervenire il capomafia Angelo Occhipinti, compagno della madre.

I carabinieri documentano un incontro, filmato con le telecamere nascoste, che produce un accordo, utile solo in parte: l'imprenditore, infatti, gli dà solo la metà dei soldi richiesti. La prima volta, la Cassazione aveva disposto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza che, tuttavia, è stata poi confermata dal riesame e, adesso, è di nuovo in discussione. Nelle prossime ore arriverà la decisione. Semprevivo, nell'operazione successiva, è finito in carcere anche con l'accusa di associazione mafiosa. 

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