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Le udienze / Palma di Montechiaro

L'inchiesta antimafia "Condor", Ribisi e Lombardo dal gip: "Siamo innocenti"

Il presunto capomafia di Palma e l'affiliato di Favara negano le accuse di associazione mafiosa: lunedì l'interrogatorio dell'imprenditore Salvatore Galvano

"Nessun legame con l'organizzazione mafiosa": il 42enne Nicola Ribisi, arrestato nell'operazione "Condor" con l'accusa di essere il capo della famiglia di Palma di Montechiaro, e Domenico Lombardo, 31 anni, ritenuto un affiliato di Cosa nostra di Favara, si difendono e negano le accuse.

I due indagati, assistiti dal difensore, l'avvocato Giuseppe Barba, sono stati interrogati nel carcere palermitano Pagliarelli dal gip Filippo Serio che ha emesso l'ordinanza su richiesta dei pm della Dda Claudio Camilleri e Alessia Sinatra. Ribisi, già condannato a 5 anni e 4 mesi per associazione mafiosa in seguito all'arresto nel 2009, secondo quanto avrebbe accertato l'indagine si sarebbe rimesso al "lavoro" rimettendo in piedi il clan, tessendo rapporti con i rivali della Stidda e provando pure a estendere la sua influenza nel capoluogo.

In precedenza altri due arrestati, al contrario, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. Si tratta di Giuseppe Chiazza, 51 anni e Baldo Carapezza, 27 anni, entrambi di Palma. I due indagati, assistiti dai difensori Giuseppe Vinciguerra e Santo Lucia, sono comparsi in udienza da remoto e hanno comunicato al gip l'intenzione di non rispondere alle domande. 

Chiazza è accusato di associazione mafiosa per avere fatto parte della Stidda "mantenendo un costante collegamento con gli altri associati, occupandosi - fra le altre cose - del sostentamento economico dei detenuti mediante la messa a posto". Lo stesso è accusato di due tentativi di estorsione e di un'estorsione oltre che di traffico di droga. Carapezza, invece, è accusato di traffico di droga e di un tentativo di taglieggiamento commesso insieme allo stesso Chiazza: i due, in particolare, avrebbero provato a farsi consegnare una tangente di 4.000 euro ogni quindici giorni da un imprenditore "da destinare - è l'atto di accusa dei pm - al soddisfacimento dei bisogni della stidda".

L'operazione antimafia "Condor", che rappresenta l'ideale continuazione dell'inchiesta "Xydi" che ha avuto nell'avvocato Angela Porcello il principale personaggio, ha portato in carcere altre vecchie conoscenze dei clan mafiosi della provincia di Agrigento.

Una nuova ordinanza in carcere è stata emessa pure per Giuseppe Sicilia, 43 anni, di Favara, già detenuto per vicende di mafia. Ai domiciliari Ignazio Sicilia, 48 anni, fratello di Giuseppe e già coinvolto in vicende di mafia; Salvatore Galvano, 52 anni, titolare di un deposito giudiziario di auto e già arrestato venti anni fa nell'operazione antimafia "San Calogero", Francesco Centineo, 38 anni, di Palermo e Giovanni Cibaldi, 35 anni, commerciante di Licata. Obbligo di dimora, infine, per Luigi Montana, 40 anni, di Ravanusa. 

L'interrogatorio di Galvano, che ha nominato come difensore l'avvocato Salvatore Pennica, è stato fissato per lunedì.

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