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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Mafia Porto Empedocle

"Non era donna boss", Anna Messina assolta al quarto processo

Per i giudici della Corte di appello si limitò a fiancheggiare il fratello durante la latitanza ma fra familiari non è reato

Non era una donna boss, né contribuì al rafforzamento dell’associazione mafiosa, ma si limitò forse a fiancheggiare il fratello capomafia durante la latitanza smistando i “pizzini”. Il favoreggiamento fra familiari, però, non è punibile. Per questo Anna Messina è stata assolta dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Anna Messina: "Revocatemi l'obbligo di firma"

La sentenza è stata letta ieri sera, poco dopo le 20,30, dal presidente della sesta sezione della Corte di appello di Palermo, Roberto Murgia. I giudici si erano ritirati quasi sette ore prima per valutare la posizione della sorella trentanovenne del boss Gerlandino Messina che, dopo l’arresto e la condanna in primo grado e in appello (rispettivamente sei anni e cinque anni), era tornata libera perché la Cassazione aveva messo in dubbio il suo ruolo di “concorrente esterna” dell’organizzazione mafiosa ordinando un nuovo processo.

Anna Messina va riprocessata, ecco perchè

Le sentenze di primo e secondo grado, secondo i giudici della Cassazione che avevano accolto gran parte dei motivi del ricorso del difensore, l’avvocato Salvatore Pennica, non avevano chiarito se Anna Messina avesse svolto, per conto del fratello Gerlandino, il ruolo di "corriere" dei pizzini in maniera abituale o episodica. In ogni caso - avevano sottolineato - il concorso esterno si concretizza "se le informazioni sono provenienti da altri associati o persone che svolgono attività utili al conseguimento degli scopi dell'associazione mafiosa". 

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