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Giovedì, 25 Aprile 2024
Tribunale del riesame

Mafia, restano in carcere il medico del boss Messina Denaro e il cugino del suo alter ego

Il tribunale del Riesame ha rigettato le istanze di liberazione per Alfonso Tumbarello, che avrebbe seguito l'ex superlatitante consentendogli anche di sottoporsi a due interventi, e di Andrea Bonafede, omonimo del geometra che ha ceduto la sua identità al mafioso

Restano in carcere sia il medico di base del boss Matteo Messina Denaro, Alfonso Tumbarello, che il cugino omonimo del suo alter ego, Andrea Bonafede, che si sarebbe regolarmente recato nello studio del dottore per chiedere prescrizioni e farsi consegnare ricette per l'ex superlatitante. Il tribunale del Riesame ha infatti respinto le istanze di scarcerazione avanzate dai difensori degli indagati, confermando quindi le accuse di concorso esterno per Tumbarello e di favaoreggiamento aggravato per l'altro indagato, così come formulate e documentate dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova.

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Secondo la ricostruzione dell'accusa, Tumbarello sarebbe stato perfettamente a conoscenza del fatto che il suo paziente non fosse Andrea Bonafede, ma il mafioso latitante. Avrebbe stilato per lui 137 ricette per farmaci e visite specialistiche e sarebbe stato anche lui a creare la cartella che aveva consentito a Messina Denaro di essere operato a Mazara del Vallo nel 2020.

Andrea Bonafede, cugino del geometra di Campobello che è finito in carcere perché avrebbe ceduto le sue generalità al boss, come ha riferito anche la segretaria di Tumbarello, sarebbe stato l'uomo che si sarebbe presentato regolarmente in studio per ritirare le ricette e chiedere prescrizioni. Non per il suo parente, ma per il capomafia di Castelvetrano.

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