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L'interrogatorio

Parla il medico di base di Messina Denaro: "Ho conosciuto il fratello, ma con lui nessun contatto"

L'interrogatorio di Alfonso Tumbarello, in cella per concorso esterno perché avrebbe curato "Andrea Bonafede" sapendo che era l'ex superlatitante: "Il paziente non veniva in studio per mantenere il segreto sulla sua malattia". Ammette di aver combinato l'incontro tra Salvatore Messina Denaro e l'ex sindaco Antonino Vaccarino

Fu lui - lo ammette - a combinare anni fa l'incontro tra Salvatore Messina Denaro, fratello dell'ex superlatitante, e l'ex sindaco di Castelvetrano Antonino Vaccarino, che all'epoca stava cercando di agganciare proprio il boss ricercato. Nel suo studio medico, di mattina. Un incontro durato "un'oretta, un'oretta e mezza", al quale nega di aver preso parte. Così come nega di aver mai saputo che dietro al paziente Andrea Bonafede, malato di tumore, ci fosse sempre il mafioso. E' questa la sintesi dell'interrogatorio del medico di base Alfonso Tumbarello, arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa, perché invece - come sostiene la Procura - sarebbe stato perfettamente a conoscenza della reale identità di "Bonafede".

"Ho avuto contatti solo con Andrea Bonafede 'il pelato'"

L'atto è stato depositato dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova nell'ambito del ricorso al tribunale del Riesame, che ha confermato il carcere per il professionista, e risale al 9 febbraio scorso. Tumbarello è chiaro (anche se poi spesso non ricorda e non sa): "Per me, signor giudice - dice al gip Alfredo Montalto - solamente con Bonafede Andrea, il mio assistito, nato il 23 ottobre 1963, che per questioni di praticità definirò 'il pelato'... Anche io sono pelato, non è una questione offensiva... Lo conosco fin da quando lui era ragazzo, poi nel tempo ognuno segue la sua strada e io, come medico di medicina generale, ho letto qua che ce l'ho assistito dal 2018 e anche del suo nucleo famigliare... Qualche volta è venuto nel mio studio." Solo che la segretaria del dottore - con trascorsi in politica e anche nella massoneria - ha sostenuto che in 17 anni non avrebbe mai visto "il pelato". "Ma la mia segretaria non è che è sempre presente nello studio - spiega Tumbarello - per questioni di ferie o di altra motivazione, c'è stato un periodo in cui si è assentata più frequentemente".

"Ho 1.200 assistiti, non posso ricordare chi veniva e chi no"

"Avevo 1.200 assistiti e quindi non posso ricordare perfettamente, chi veniva, chi non veniva... Penso che almeno inizialmente sia venuto Bonafede Andrea 'il pelato'. Penso, non lo posso dare per certo... Mi ha esibito il referto di una colonscopia... che avevo prescritto io, non me lo ricordo... Penso sia venuto lui, ma non sono certo". Riferendosi al cugino omonimo di Bonafede, arrestato pure lui per favoreggiamento perché sarebbe stato lui ad andare da Tumbarello per prendere le prescrizioni intestate al parente che aveva a sua volta prestato l'identità a Messina Denaro, il medico dice:  "Potrebbe essere anche venuto lui, la prima volta a esibirmi questa certificazione, questo referto... Veniva nel mio studio con dei referti sempre provenienti... Nel caso in particolare può essere che me l'abbia esibito lui questo referto di colonscopia...".

"Non veniva perché voleva mantenere il segreto sulla sua malattia"

Come mai, però, non veniva direttamente il paziente malato, chiede il giudice? "Gliel'ho chiesto più volte: 'Perché non viene tuo cugino che ha questa patologia'. Mi è stata data la spiegazione che non voleva far sapere niente a nessuno, in special modo ai suoi famigliari, della sua patologia importante, e siccome anche gli altri famigliari erano pure assistiti miei, non voleva incontrarli nello studio...". Gli avrebbe detto: "Ti prego di mantenere il segreto su questa patologia di mio cugino". E "come medico, il segreto professionale è la base principale della serietà professionale, per cui io mi sono attenuto, oltre che per quanto mi riferiva il cugino, anche sulla base della mia deontologia professionale che mi impone di non rivelare a nessuno, nemmeno alla moglie, ai figli, al padre, alla madre, le patologie che hanno i propri congiunti...".

"Faccio una vita monacale, non l'ho incontrato neppure fuori"

E fuori, non l'ha mai incontrato questo Bonafede, domanda ancora il gip: "Io al di fuori dello studio non l'ho mai incontrato... Io conduco, specialmente durante il periodo della pandemia, che ancora persiste, ho condotto una vita monacale, non ho più frequentato ristoranti, pizzerie, trattorie, ho sempre fatto casa e lavoro, che consisteva anche nell'andare spesso a Marsala, a Strasatti, dove avevo questo ambulatorio, o a Erice Casa Santa dove avevo l'altro ambulatorio". A Tumbarello è stata poi sottoposta la scheda in cui dichiarava di aver visitato il paziente e ne chiedeva il ricovero: "Perché io non ho attestato di avere visitato... se noi la guardiamo bene, il motivo del ricovero è la neoplasia... Diagnosi che scaturisce dalla colonscopia che mi veniva esibita... Qua c'è scritto così, in effetti, però, io non lo ricordo se l'ho prescritta io, penso di averla prescritta io, ma non ricordo... Questi dati sono estratti dalla scheda sanitaria... Nel senso che io guardo la scheda sanitaria del paziente e vedo quali sono le patologie che eventualmente questo soggetto".

"Penso ci sia stato un contatto per fare la scheda"

Almeno questa scheda, domanda ancora il gip, è stata redatta in presenza del paziente? "Penso che ci sia stato un contatto...". Tumbarello però dice non aver saputo dell'esito dell'intervento e allora come ha fatto a prescrivere le cure successive? "Ho prescritto sulla base di prescrizioni specialistiche scritte rilasciate dagli oncologi che lo seguivano... La clinica La Maddalena... In una fase precedente io ho prescritto degli altri accertamenti penso sulla base di quella che era l'indicazione di uno specialista oncologo...". Vista la gravità della situazione, non nega di aver sollecitato il malato a venire in studio "ma le risposte erano sempre le stesse".

"Mai avuto a che fare con Matteo Messina Denaro"

Nega poi chiaramente qualsiasi contatto con Matteo Messina Denaro: "Signor giudice, io non ho mai avuto contatti, né diretti né indiretti, né professionali né personali, con questo soggetto che è stato identificato come Matteo Messina Denaro e in questi tre anni ho condotto una vita monacale, senza alcuna frequentazione in giro per Campobello, nella maniera più assoluta", ma "ho conosciuto e conosco di vista sia il fratello Salvatore, che la moglie... perché oltre che medico di medicina generale, sono anche pneumologo e medico legale, sono stato chiamato qualche volta a curare la sorella della moglie e li ho conosciuti in maniera, diversa dalla semplice conoscenza per strada, penso i primi anni 2000, ma da quel momento in poi non ho avuto più nessun contatto, diretto o indiretto, personale o professionale, con la famiglia di Messina Denaro Salvatore".

"Ho procurato io l'incontro tra il fratello del boss e il sindaco Vaccarino"

Ammette di aver "conosciuto bene Antonio Vaccarino perché abbiamo militato nello stesso gruppo politico, all'interno dell'Udc, avevamo un gruppo politico a sé stante che era morale e sturziano e abbiamo fatto campagna politica, campagna elettorale insieme, e per un certo periodo di tempo siamo stati anche in buoni rapporti tra il 2002 e il 2007, 2008". Avrebbe "letto sul giornale" delle dichiarazioni di Vaccarino sull'incontro organizzato nel suo studio con Salvatore Messina Denaro e "ho chiesto spiegazioni a Vaccarino, dice: 'Io ho detto semplicemente e solamente la verità'". Ammette pure: "Sì io ho procurato quell'incontro, è la verità, tra Vaccarino e Salvatore Messina Denaro... Vaccarino mi ha detto: 'Tu lo conosci Salvatore Messina Denaro a Campobello?', non potevo dire che non lo conoscevo perché ci conosciamo tutti, dice: 'Sei in grado di vedere se si vuole incontrare con me perché ho la necessità di parlargli?'. Inizialmente gli dissi: 'Ma perché non ci vai tu a trovarlo?' e lui mi ha detto: 'Meglio che me lo procuri tu questo incontro, se ti è possibile'. Trattandosi di due persone libere che avevano problemi di natura giudiziaria, non mi è sembrato che ci fosse niente di male nel procurare". Ma lui sapeva chi era Messina Denaro? "Era su tutti i giornali, io voglio dire assolutamente le verità... ma da quell'incontro in poi non ho mai più avuto rapporti o contatti di nessun tipo e di nessun genere con Messina Denaro Salvatore... Non c'è stata più occasione e nello stesso tempo né lui ha cercato me, né io ho cercato lui".

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