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Sabato, 20 Aprile 2024
Le ricostruzioni

L'arresto di Messina Denaro, il generale del Ros: "Cercato anche ad Agrigento chi aveva oltre 55 anni e si stesse curando"

Il comandante Pasquale Angelosanto: "Abbiamo incrociato i dati e ottenuto una lista di circa 150 codici. Soltanto quando la cerchia si è molto ristretta abbiamo avviato le verifiche personali. E agli inizi di dicembre siamo arrivati a Bonafede"

"Sapevamo di quali patologie soffriva Messina Denaro e abbiamo fatto partire le verifiche. Ci eravamo insospettiti perché in determinati momenti i suoi familiari avevano comportamenti anomali. All'improvviso annullavano impegni già presi, spegnevano i telefoni, diventavano irrintracciabili e dunque abbiamo pensato che questo potesse accadere in occasione di interventi chirurgici o comunque di cure mediche particolari. A quel punto ci siamo concentrati sui database sanitari e siamo andati su obiettivi mirati. Abbiamo cercato nelle province di Agrigento, Palermo e Trapani la lista di chi aveva oltre 55 anni e si stesse curando, anche con l'acquisto di farmaci specifici, per queste patologie". Lo racconta, in una intervista al Corriere della Sera, il generale dei carabinieri Pasquale Angelosanto, il comandante del Ros che lunedì, alla clinica Maddalena di Palermo, ha arrestato "Diabolik"

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"Abbiamo incrociato i dati e ottenuto una lista di circa 150 codici. Non è mai stata violata la privacy dei cittadini perché abbiamo lavorato su codici, non su nominativi. Soltanto quando la cerchia si è molto ristretta abbiamo avviato le verifiche personali. E agli inizi di dicembre siamo arrivati a Bonafede - ha spiegato, sempre nell'intervista al Corriere della Sera, il generale dei carabinieri - .  Il 29 dicembre ha prenotato una visita per il 16 gennaio. C'era un'anomalia evidente. Quando aveva l'appuntamento fissato spesso era da un'altra parte. Il suo telefonino si trovava a Campobello. E questo è successo anche lunedì scorso. Poco prima della visita il vero Andrea Bonafede era a casa sua".

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"Chi pensa a trattative segrete o addirittura a una consegna concordata umilia gli investigatori e i magistrati che per anni hanno lavorato giorno e notte per catturare Matteo Messina Denaro - ha aggiunto il generale dei carabinieri del Ros Pasquale Angelosanto - . Soltanto chi non conosce davvero la mafia può pensare a una trattativa segreta. Davvero si può pensare che avremmo concordato la cattura in una clinica dove c'erano decine di malati con il rischio che potesse esserci un conflitto a fuoco o comunque che qualcuno potesse essere messo in pericolo?". 

"Dall'avvio dell'operazione alla cattura sono trascorsi novanta minuti, i più lunghi della mia vita". Ora "è finita la ricerca. La vera indagine comincia adesso - ha concluso - e la sua abitazione-covo già individuata è soltanto l'inizio del nuovo lavoro che stiamo già facendo", conclude.

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