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Giovedì, 25 Aprile 2024
La cattura del boss

Messina Denaro e le cure da latitante: "Fu un chirurgo di Castelvetrano a diagnosticargli il tumore"

Gli inquirenti sono risaliti al medico dalla documentazione sanitaria ritrovata nel covo del capomafia: nel suo studio privato lo avrebbe sottoposto ad una colonscopia. Da chiarire se fosse a conoscenza della reale identità del paziente

A diagnosticare il tumore al boss Matteo Messina Denaro sarebbe stato un chirurgo di Casltelvetrano, che nel suo studio privato avrebbe sottoposto ad una colonscopia l'ex superlatitante. La scoperta della malattia, dunque, il capomafia l'avrebbe fatta a "casa sua". E le indagini del Ros, coordinate dal procuratore Maurizio De Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido, ora si concentrano proprio su questo altro medico che ha avuto in cura il mafioso. 

Al professionista gli investigatori sono arrivati attraverso la documentazione sanitaria trovata nell'ultimo covo del boss, quello di vicolo San Vito a Campobello di Mazara. Non è ancora chiaro se il medico fosse a conoscenza della vera identità di Messina Denaro che, anche per quella visita, potrebbe aver utilizzato le generalità del suo alter ego, il geometra Andrea Bonafede, finito in carcere.

Di certo, come è stato ricostruito in queste settimane di indagini, Messina Denaro è stato operato il 13 novembre del 2020 all'Abele Ajello di Mazara del Vallo e poi, il 4 maggio del 2021, alla clinica La Maddalena, dove poi il 16 gennaio scorso è stato catturato dopo trent'anni di latitanza. In entrambi i casi è stato curato come "Andrea Bonafede".

E' altrettanto certo che il medico massone Alfonso Tumbarello, finito anche lui in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, ha predisposto la scheda che è servita per il primo intervento e che poi ha prescritto più di 130, tra analisi, visite e farmaci, sempre ad "Andrea Bonfede". Tumbarello ha negato di sapere quale fosse la vera identità del paziente, anche perché nel suo studio si sarebbe presentato un cugino omonimo di Bonafede (arrestato pure lui) che avrebbe sostanzialmente chiesto e ritirato le ricette. Come testimoniato anche dalla segretaria dello studio, lì negli ultimi due anni non si sarebbe mai visto il geometra, ma sempre suo cugino. 

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