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Le indagini

Le cure durante la latitanza di Messina Denaro e il mistero del fascicolo sanitario "segreto"

Dalle motivazioni con cui il tribunale del Riesame ha negato la scarcerazione del medico Alfonso Tumbarello emerge che la scheda intestata al paziente Andrea Bonafede non sarebbe stata accessibile a tutti. Per la Procura non sarebbe affatto casuale e si continua a scavare negli ambienti sanitari dove il boss avrebbe goduto di appoggi e protezione

Dalle motivazioni con cui il tribunale del Riesame ha deciso di confermare il carcere per Alfonso Tumbarello, il medico di base (ormai in pensione) che avrebbe curato l'ex superlatitante Matteo Messina Denaro attraverso l'identità del geometra Andrea Bonafede (in cella pure lui), emerge un nuovo mistero: il fascicolo sanitario elettronico del paziente sarebbe stato infatti secretato. Non sarebbe stato dunque visibile a tutti, ma certamente - questo sostiene la Procura - a Tumbarello.

Il medico, che ha respinto ogni accusa sostenendo di non aver mai incontrato il capomafia e di aver curato "a distanza" Andrea Bonafede, attraverso un suo cugino omonimo (arrestato pure lui), perché il paziente avrebbe voluto mantenere riservata la sua malattia - un tumore - alla sua famiglia. Tumbarello ha poi spiegato di aver prescritto quasi 140 ricette per esami e visite specialistiche al geometra, anche sulla scorta del percorso clinico del paziente, custodito appunto nel fascicolo sanitario elettronico.

L'ipotesi del procuratore Maurizio De Lucia, dell'aggiunto Paolo Guido e dei sostituti Gianluca De Luca e Pierangelo Padova, che coordinano l'indagine del Ros, è che la secretazione di quel fascicolo non sia stata affatto casuale e che sarebbe stato un ulteriore sistema per proteggere la latitanza di Messina Denaro consentendogli tuttavia di accedere alle cure del Sistema sanitario nazionale.

La rete dei fiancheggiatori dell'ultimo dei Corleonesi è certamente vasta - finora ne sono stati scoperti soltanto alcuni - e diversi di loro appartengono senz'altro, come Tumbarello, all'ambiente medico. Sul quale il boss ha dovuto necessariamente contare dopo aver scoperto, nel 2020, di essere affetto da una grave patologia oncologica, che lo ha portato a sottoporsi a due delicati interventi con tanto di necessaria degenza in ospedale. Sia a Mazara del Vallo che alla clinica La Maddalena di Palermo, dove il 16 gennaio è stato catturato. 

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