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Resta in carcere Laura Bonafede, la maestra che ha coperto la latitanza di Messina Denaro

Il tribunale del Riesame ha rigettato l'istanza di liberazione avanzata dall'indagata, finita in cella lo scorso 13 aprile. Per l'accusa avrebbe avuto una relazione con il mafioso sin dal 1996, sarebbe a conoscenza dei suoi affari e conoscerebbe i covi in cui si è nascosto per oltre tre decenni

Resta in cella Laura Bonafede, la maestra di Castelvetrano che per diversi anni avrebbe coperto la latitanza del boss Matteo Messina Denaro, arrestata il 13 aprile scorso. Il tribunale del Riesame ha infatti rigettato la sua richiesta di scarcerazione.

Come ricostruito dal procuratore Maurizio De Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dal sostituto Gianluca De Leo, che coordinano l'inchiesta del Ros, la donna - sposata con un ergastolano e figlia del capomafia di Campobello di Mazara, Leonardo Bonafede, ormai deceduto - avrebbe avuto una relazione con l'ex superlatitante sin dal 1996 (lei stessa in un pizzino ricordava: "Ventisei anni fa ho chiesto di venirvi a trovare e mi è stato concesso...").

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Bonafede - che è stata sospesa dall'insegnamento - sarebbe stata "uno dei perni intorno al quale ha ruotato l'intero periodo di clandestinità di Messina Denaro" e per molti anni avrebbe addirittura condiviso la latitanza con il boss tanto da "diventare una famiglia". E il capomafia avrebbe considerato la figlia di Bonafede, Martina Gentile (indagata anche lei) come se fosse stata sua: "Io ho cresciuto una figlia che non è mia figlia biologica - scriveva infatti il boss - ma per me è una figlia e mi ha dato l'amore di una figlia". Non come quella naturale, Lorenza, che il mafioso definiva invece "degenerata" e che chiamava "sciacqualattuga".

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Bonafede, dopo una serie di blitz nel Trapanese, per tutelare la latitanza di Messina Denaro sarebbe stata costretta ad allentare i rapporti, ma non avrebbe esitato a correre rischi per incontrarlo fugacemente in un supermercato o soltanto per vederlo da lontano. Dalle sue lettere emergeva tutta l'ansia per gli appuntamenti fissati ogni sabato alle 11 ("è una gioia ed un'emozione per Venesia (uno dei suoi soprannomi, ndr), mi ha detto che viene pervaso da un tremore in tutto il corpo che è durato oltre mezz'ora...").

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La donna avrebbe anche smistato pizzini e, secondo il gip Alfredo Montalto che ne ha disposto l'arresto, sarebbe pienamente a conoscenza degli affari dell'ex superlatitante e conoscerebbe i covi dove si sarebbe nascosto per tre decenni. L'indagata, però, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia. 

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