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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'arresto di Laura Bonafede

La maestra e il boss Messina Denaro, la storia nata nel '96 tra pizzini e incontri nel "tugurio": "Siamo una famiglia"

I retroscena dell'arresto di Laura Bonafede. La donna con la figlia Martina Gentile avrebbe trascorso molti anni col mafioso durante la latitanza. Sarebbe stata al corrente anche dei suoi affari e delle dinamiche interne al clan, aiutandolo a sfuggire ai "nemici assetati", cioè alle forze dell'ordine. "Sono fortunata a far parte della tua vita" scriveva e lui ricambiava: "Sei l'unica cosa buona che mi sia capitata"

Sarebbe stata "uno dei perni intorno al quale ha ruotato l'intero periodo di clandestinità di Messina Denaro, già a partire dagli anni Novanta" e per molti anni avrebbe addirittura condiviso la latitanza con il boss tanto da "diventare una famiglia". Laura Bonafede, l'insegnante ormai sospesa che è stata arrestata stamattina, avrebbe conosciuto il mafioso sin dal 1996, un incontro così importante nella sua vita da ricordarlo lei stessa in uno dei tanti pizzini: "Ventisei anni fa ho chiesto di venirvi a trovare e mi è stato concesso...". Una figura che poi sarebbe stata sempre presente nella vita del boss, disposta a correre rischi per incontrarlo fugacemente in un supermercato o soltanto per vederlo da lontano, una donna che freme nell'attesa di ogni appuntamento (fissati ogni sabato alle 11): "L'appuntamento delle 11 è una gioia ed un'emozione per Venesia. Mi ha detto che viene pervaso da un tremore in tutto il corpo che è durato oltre mezz'ora...". "Venesia", "Cugino", "Amico", "Blu", "Loredana" sono alcuni degli pseudonimi dell'indagata.

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"Madre e figlia al servizio del boss"

Ma per il procuratore Maurizio De Lucia, l'aggiunto Paolo Guido ed il sostituto Gianluca De Leo, che coordinando l'inchiesta del Ros dei carabinieri, tra i due non ci sarebbe stata soltanto una relazione affettiva: Bonafede si sarebbe infatti preoccupata di coprire accuratamente la latitanza di Messina Denaro, ne avrebbe condiviso anche gli "ideali", vedendo le forze dell'ordine come dei "nemici", così come sarebbe stata al corrente di questioni prettamente mafiose (in un pizzino lo avrebbe quasi incoraggiato a dare "un avvertimento" a due persone, "Sollimano" e "Pancione", ancora non identificate) e anche degli affari del boss. In una fase più recente si sarebbe preoccupata di "fare rifornimento" e cioè di procurare viveri e acqua all'allora latitante nel caso in cui fosse risultato positivo al Covid e quindi impossibilitato ad uscire. Un rapporto quello tra la maestra e il capomafia che avrebbe coinvolto pienamente anche la figlia della donna, Martina Gentile, per la quale la Procura aveva chiesto l'arresto che non è stato tuttavia concesso dal gip Alfredo Montalto. Una figlia che Messina Denaro considerava come sua, perché sosteneva in alcune lettere alle sorelle, di averla cresciuta e che fosse come lui, ma al femminile.

La maestra figlia di un capomafia e sposata con un ergastolano

Laura Bonafede non è una figura che spunta dal nulla: è la figlia del capomafia di Campobello di Mazara, Leonardo Bonafede, ormai deceduto, che era strettamente legato al padre di Messina Denaro, Francesco. E' anche la cugina dei due Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato l'identità al mafioso consentendogli anche di curarsi, e l'altro che si sarebbe occupato di recuperare ricette e prescrizioni e di consegnare referti e analisi al medico Alfonso Tumbarello sempre per conto del boss. E' anche la cugina di Emanuele Bonafede, l'uomo che assieme alla moglie Lorena Ninfa Lanceri avrebbe ospitato ripetutamente Messina Denaro in casa, soprattutto in occasione dei pasti. Ma Laura Bonafede è anche la moglie di un altro mafioso, Salvatore Gentile, all'ergastolo per due omicidi commessi negli anni Novanta su disposizione dell'ex superlatitante e, in un caso, addirittura insieme a lui. Martina Gentile, da quando ha 4 anni, vive sostanzialmente con il padre in galera e la consapevolezza di non poterlo rivedere in libertà, eppure per Messina Denaro, in qualche modo fautore del destino del genitore, prova un'ammirazione e un affetto paradossalmente smisurati.

"Sono fortunata ad avere il privilegio di far parte della tua vita"

"Ne avevo sentite tante su di te, anche troppe. Ma mai avrei pensato di poterti conoscere, semplicemente non rientrava nei miei piani di vita, ancora più semplicemente non ci avevo mai pensato. Ad un tratto è accaduto e ti ho incontrato, oggi posso dire che ho conosciuto un uomo particolare, diverso se vuoi originale e unico sicuramente, ma non dirò come sei, è cosa mia come sei. Ti dico soltanto che è stato un gran peccato che il mondo non ti abbia compreso Amico mio. Sei rimasto uomo nella sconfitta. E chiunque ti ha conosciuto non si dimenticherà mai di te. Mi reputo fortunata a far parte della tua vita e provo pena per chi non ha avuto o voluto questo privilegio. Loredana 2012. Per te più semplicemente Lory". Il messaggio è stato scritto secondo gli inquirenti proprio da Laura Bonafede ed esprime in maniera chiara quali fossero i sentimenti e il legame tra i due. In un altro pizzino la donna scriveva: "Mi fa piacere sentirti dire che non sono stato un errore, anzi tutt'altro. Sì è quello che penso: sono e resterò solo. Perché per te è stata una sorpresa? Non avevi capito? Ventisei anni fa ho chiesto di venirvi a trovare e mi è stato concesso. Non c'era motivo di quella visita ma forse si doveva aprire un capitolo e così fu. Dici bene, abbiamo letto quello che era scritto. La vita è strana, fa dei giri incredibili e poi ti porta dove vuole lei. Noi possiamo solo farci trascinare".

"Eravamo una famiglia, sei stata l'unica cosa buona per me"

Sentimenti ricambiati dal boss: "Eravamo una famiglia, lo disse Blu. Hai detto bene, hai detto giusto, hai detto la verità Blu. 'Eravamo davvero una famiglia' per davvero eravamo una famiglia. Blu io non so quello che sarà di me, ma se avrò un ultimo attimo per pensare in quel mio attimo il mio ultimo pensiero sarà per te. Grazie. 3 aprile 2015". E ancora: "Blu sei stata l'unica cosa buona che mi sia capitata nella vita. Grazie di tutto ma soprattutto grazie per il tuo affetto. Marzo 2015". Il 20 gennaio 2013, Bonafede assieme alla figlia, il cui pseudonimo è spesso "Tania", avrebbe regalato un piccolo diario al boss, con la dedica: "Per te e i tuoi pensieri da me e Tan" e Messina Denaro annotava a sua volta: "Questo libricino mi è stato regalato da due miei affetti, che stimo, che hanno fatto parte della mia vita. Hanno scelto Vincent, per voi Van Gogh, perché sanno che è il mio pittore preferito,
l'unico a dire il vero le ringrazio entrambe". Gli inquirenti hanno anche ritrovato un bigliettino firmato da Bonafede per San Valentino del 2008 e un altro di auguri per i 50 anni del boss, mentre lui tra le spese di giugno e settembre del 2022 riportava: "LAU REGA", cioè un regalo per Laura, che è nata proprio a giugno, e "REGALO PULC", riferendosi a "Pulce" che è il figlio di Martina Gentile.

Gli incontri nel "tugurio" e nel "limoneto"

Nei pizzini c'è anche un riferimento a un "tugurio" che i due avrebbero condiviso e pure ad un "limoneto" dove si sarebbero incontrati: "Il tugurio: stavamo bene in quel posto; sì ero felice di trascorrere quel tempo insieme, penso che lo sapevi che era così. Nel libro c'è un tratto segnato in cui Nino buono dice che il posto dove viveva era un tugurio ma per lui era una reggia perché lì aveva vissuto momenti felici. Credo sia stato segnato in riferimento al nostro tugurio", scriveva Bonafede, riferendosi al romanzo "Avventure della ragazza cattiva" del premio Nobel Mario Vargas Llosa, che è stato effettivamente ritrovato con un passaggio evidenziato e la scritta "Blu". In un altro messaggio parlava del limoneto: "Una volta al limoneto mi dicesti che al ritorno di Uomo (il padre, Leonardo Bonafede, ndr) e successivamente di Bamby (il marito, ndr) la nostra amicizia si interrompeva. Ricordo che ti risposi che non ne vedevo il motivo. Mi ero quasi offeso per il tuo dire, come se la nostra amicizia era per me una sorta di tappabuchi, un passatempo. Come se io avessi instaurato quell'amicizia perché non sapevo stare da solo (...) Penso che ci apparteniamo nel bene o nel male ci apparteniamo e questo è un dato di fatto".

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La protezione e i "rifornimenti"

Nell'ordinanza di custodia cautelare che aveva portato all'arresto della coppia Lanceri-Bonafede era già emerso il fugace incontro tra il boss e l'insegnante, ripreso dalle telecamere di un supermercato di Campobello di Mazara. Dagli accertamenti successivi è venuto fuori che Laura Bonafede si sarebbe preoccupata di "fare un po' di rifornimenti in caso diventi positivo, mancava pure l'acqua a casa", fornendogli quindi un aiuto più che concreto. Non solo. Si sarebbe anche preoccupata che i problemi nella coppia Lanceri-Bonafede potessero avere delle ripercussioni sulla sicurezza dell'ex superlatitante: "A proposito oggi hanno detto al Lupo che se n'è andato di casa e che pure la sua amante se n'è andata di casa. Mi sono pietrificato non tanto per il fatto in sé ma per come si può ripercuotere su Depry (Messina Denaro, ndr). Perché in questo modo le cose si complicano".

I "nemici assetati" e gli sbirri

La donna avrebbe temuto anche controlli da parte delle forze dell'ordine, suggerendo per esempio: "Forse è meglio evitare di viaggiare con scritti, i nemici sono troppo assetati di risvolti e possono tentare di tutto. Semmai si può cercare un'altra soluzione per l'estate. Ma c'è tempo, poi si vedrà". In un caso aveva anche raccontato al boss di aver avuto la sensazione di essere seguita da uno "sbirro": "Oggi mi sono molto arrabbiato perché i nemici non mollano" al supermercato "subito dopo di me c'era è entrato uno che mi girava intorno e quando ho chiamato al telefono Lupetta (altro pseudonimo della figlia Martina, ndr) si è avvicinato per sentire. Mentre parlavo con Lupetta dissi che c'era uno che mi girava intorno e che sicuramente era uno sbirro. Non so se ho sbagliato o meno ma l'ho detto per farglielo sentire (...) Adesso basta, questo atteggiamento che continuano ad avere mi fa diventare troppo nervoso. La prossima volta che succede, perché succederà ancora, dirò perché mi gironzola attorno e cosa vuole".

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"Non c'è nessuno che si può muovere"

Secondo gli investigatori, Laura Bonafede sarebbe stata anche perfettamente informata degli assetti mafiosi di Campobello, tanto che il 29 dicembre scorso scriveva: "Perlana (Franco Luppino, ndr) ci serviva: io mi rendo conto benissimo ma tu ti rendi conto a Macondo (Campobello, ndr) non c'è nessuno che si può muovere? Credo sia il posto più controllato della nazione. Una volta mi dicesti: 'Ma se persone non ce ne sono più', infatti è proprio così, quello a cui si appoggiava (Piero Di Natale, ndr) ha un Q.I. pari a zero, come si poteva arrivare ad una conclusione. E vedi che parlo anche per esperienza, la storia parla, purtroppo". Il riferimento era agli arresti di settembre scorso che avevano ulteriormente falcidiato il clan, creando non pochi problemi nel reperimento di persone "affidabili".

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