rotate-mobile
Mafia

"Al volante della sua auto dopo il ritiro della patente", chiesta condanna del boss Massimino

Il pm ha proposto otto mesi di reclusione: la denuncia, da parte della squadra mobile, era scattata due anni fa

Al volante della sua auto nonostante gli fosse stata ritirata la patente in seguito alla sorveglianza speciale. Nuovi guai per il boss Antonio Massimino, 50 anni, denunciato due anni fa dalla squadra mobile con l’accusa di avere violato le prescrizioni della misura di prevenzione. Il pubblico ministero, questa mattina, ha chiesto la condanna a otto mesi di reclusione. La sentenza del giudice dell'udienza preliminare Francesco Provenzano è attesa per le prossime ore.

Massimino, tornato libero nei mesi scorsi dopo essere uscito indenne da un’inchiesta di estorsioni mafiose, rischia una nuova condanna per violazione degli obblighi della misura di prevenzione. 

Il cinquantenne, difeso dall'avvocato Salvatore Pennica, arrestato e condannato nella più grande inchiesta della mafia agrigentina, culminata con l’operazione “Akragas”, nel 2016, era stato fermato dalla polizia al volante della sua auto nonostante non potesse guidare perché la patente gli era stata ritirata contestualmente al provvedimento che gli imponeva la sorveglianza speciale. Ai poliziotti della squadra mobile, che lo conoscevano bene per i suoi precedenti, non è servito neppure un controllo dei suoi dati al terminale della Questura per sapere che era un sorvegliato speciale e non poteva guidare. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Al volante della sua auto dopo il ritiro della patente", chiesta condanna del boss Massimino

AgrigentoNotizie è in caricamento