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Mafia Canicattì

Mafia e racket dei funerali, concluse le arringhe: fissata la data della sentenza di appello

Con l'arringa difensiva per il personaggio principale dell'inchiesta "Vultur" - il 72enne Rosario Meli - il processo si avvia alla conclusione

L'11 dicembre i giudici della Corte di appello di Palermo si ritireranno in camera di consiglio ed emetteranno la sentenza. Con l'arringa dell'avvocato Raffaele Bonsignore, che ha ribadito la richiesta di assoluzione per il settantaduenne Rosario Meli, personaggio principale della vicenda, si sono concluse tutte le discussioni del processo di appello scaturito dall'inchiesta antimafia "Vultur" che ha fatto luce sui presunti componenti delle famiglie di Camastra e Canicattì e sui legami fra i due clan.

Per i quattro imputati, al termine della requisitoria del sostituto pg Emanuele Ravaglioli, è stata chiesta la conferma della sentenza, emessa in primo grado dai giudici del tribunale di Agrigento il 22 novembre del 2018: 17 anni e 6 mesi di reclusione, quindi, allo stesso Rosario Meli, 72 anni, ritenuto il capo della famiglia di Camastra e personaggio principale dell'inchiesta; 14 anni e 6 mesi al figlio Vincenzo, 50 anni, accusato di avere gestito gli affari della famiglia di Cosa Nostra in paese e 13 anni e 6 mesi al tabaccaio di Camastra Calogero Piombo, 69 anni, ritenuto il "cassiere" della cosca.

Ventidue anni, in continuazione con altre due condanne precedenti, sono stati proposti, infine, per Calogero Di Caro, 74 anni, già condannato in passato per mafia e ritenuto il nuovo capomafia di Canicattì. Il processo ha accertato anche un giro di estorsioni che Rosario Meli e Piombo avrebbero cercato di imporre a Vincenzo De Marco e Bruno Forti, soci della "San Giuseppe sas", che si occupa di onoranze funebri. 

Prima di Bonsignore, nelle udienze precedenti, hanno illustrato le loro arringhe pure gli avvocati Angela Porcello, Santo Lucia, Giuseppe Barba, Antonino Reina, Vincenzo Domenico D’Ascola e Lillo Fiorello. 
 

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