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Martedì, 23 Aprile 2024
Mafia

"Abigeato e droga sotto l'egida della mafia", partono gli interrogatori

Sono in programma domani, fra le carceri di Agrigento e Catania. Nell'operazione sono state eseguite 19 misure cautelari e 30 perquisizioni

Sono in programma domani, fra le carceri di Agrigento e Catania, gli interrogatori di garanzia dei quattro agrigentini arrestati nell'operazione "Proelio" della Dda di Catania che ipotizza presunti legami fra Cosa Nostra di Vittoria e Comiso, nel Ragusano, con esponenti delle 'Ndrine calabresi e con esponenti della famiglia mafiosa Fragapane di Santa Elisabetta.

I carabinieri di Ragusa, all'alba di ieri, hanno eseguito 19 misure cautelari e 30 decreti di perquisizione. 

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Secondo quanto emerge dall'inchiesta le cosche ragusane si sarebbero dedicate al traffico di cocaina che veniva acquistata in Calabria per poi essere smerciata in tutta l'isola, provincia di Agrigento compresa. La cocaina arrivava in Sicilia trasportata da insospettabili corrieri.

Gli agrigentini arrestati sono: Francesco Fragapane, 37 anni, di Santa Elisabetta, figlio di Salvatore, storico numero uno di Cosa Nostra agrigentina degli anni Novanta; Roberto Lampasona, 40 anni, di Santa Elisabetta; Antonino Mangione, 37 anni, di Raffadali; Giuseppe Quaranta, 49 anni, di Favara e Girolamo Campione, 40 anni, residente a Burgio. 

Le indagini hanno permesso di accertare che un’altra delle attività criminali a cui si era dedicata Cosa Nostra vittoriese era l'abigeato, "compiendo una serie indeterminata di furti di capi di bestiame, in molti casi intere greggi di animali, - ricostruiscono gli inquirenti - ai danni di aziende di allevamento di varie province siciliane". 

Fragapane, Lampasona e Mangione (difesi dagli avvocati Francesco Carrubba, Giuseppe Barba e Antonino Gaziano) saranno interrogati per rogatoria dal gip Francesco Provenzano domani mattina al carcere Petrusa. Quaranta, sempre in mattinata, sarà interrogato nel carcere di Catania dal gip che ha emesso l'ordinanza. 

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