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Domenica, 1 Ottobre 2023
Mafia

L'impero di Russello costruito grazie a rapporti con Cosa Nostra? La Corte di appello annulla alcune confische

La decisione dei giudici che accoglie in parte il ricorso dei difensori ma conferma il provvedimento per la principale società del gruppo, ovvero quella con cui veniva amministrato il Grand Hotel Mosè. L'imprenditore, imputato di associazione mafiosa, morì nel 2009 prima della sentenza. Restituito lo storico Bar Stazione

La conferma della confisca di numerose aziende, immobili e svariate attività, su tutte la Ias srl, azienda creata negli anni Novanta, con cui è stato costruito il Grand Hotel Mosè, ma anche la restituzione di 6 società - su tutti il bar e l’edicola della stazione-, 25 beni immobili tra terreni, fabbricati, una villa e parte di rapporti e conti bancari.

I giudici della sezione misure di prevenzione della Corte di appello di Palermo hanno depositato il provvedimento relativo al patrimonio dell'imprenditore Calogero Russello e dei suoi eredi, fra cui il fratello Carmelo. 

Calogero Russello, morto nel 2009 a 69 anni prima che si arrivasse al verdetto del processo che lo vedeva imputato di associazione mafiosa, aveva legato il suo nome al Grand Hotel Mosè ma il provvedimento di confisca, in parte confermato in appello, aveva riguardato anche 111 immobili destinati ad abitazioni, attività di varia natura, 100 rapporti bancari e dieci aziende che operano nel settore dell'edilizia, della ristorazione, del commercio e nel settore alberghiero.

L’operazione era stata eseguita nel 2016 dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Palermo e aveva riguardato beni per un valore complessivo di circa 71 milioni di euro. Nell’elenco dei beni requisiti c'erano anche attività storiche ad Agrigento come, ad esempio, il bar all’interno della stazione ferroviaria di Agrigento.

I giudici della Corte di appello, accogliendo parte delle tesi dei difensori (gli avvocati Daniela Posante, Giovanni Castronovo, Antonino Mormino, Alberto Seggio, Silvio Miceli, Paolo Grillo, Carmelita Danile, Gerlando Vella e Giuseppe Scozzari), hanno disposto la parziale restituzione.

Fra i beni di cui è stata annullata la confisca la società Moca, con cui veniva amministrato il bar stazione, in piazza Marconi. I giudici hanno sottolineato che non ci può essere alcun collegamento con i presunti legami mafiosi di Russello in quanto il genero, che lo gestiva da sempre, aveva avviato l'attività prima di sposare la figlia dell'imprenditore. Nei confronti di Carmelo Russello (difeso dagli avvocati Miceli, Mormino e Seggio) è stata revocata, inoltre, la sorveglianza speciale per un anno e 6 mesi. 

Appalti truccati, accordi fra mafia e imprenditoria e intrecci fra Cosa Nostra e la massoneria deviata: l’imprenditore fu coinvolto in tante vicende giudiziarie ma la malattia lo stroncò prima che la giustizia potesse fare il suo corso ed emettere le ultime sentenze fra cui quella del processo che scaturiva dall'inchiesta "Alta mafia" che svelò un complesso intreccio affaristico criminale fra mafia, politica, imprenditoria e pubblica amministrazione.

Secondo l’accusa fra il presidente dell’Istituto autonomo case popolari di Agrigento Salvatore Failla, il collega Francesco Castaldo, coordinatore dell’istituto (assolto con sentenza definitiva), e l’imprenditore Gaetano Scifo ci sarebbe stato l’accordo illecito del pagamento di una tangente al Comune di Agrigento per il tramite di “pubblici ufficiali non identificati”. 

Russello avrebbe fatto da “garante” mentre il coordinamento sarebbe stato affidato all’ex deputato Ars, Vincenzo Lo Giudice, che avrebbe stabilito la spartizione della tangente. La Cassazione ha sentenziato che dietro questo episodio non ci fu alcuna regia mafiosa.

Discorso a parte per l’accusa di associazione mafiosa. La Cassazione aveva annullato la sentenza della Corte di appello che a sua volta aveva cancellato la condanna a sei anni di Russello. Per i giudici ermellini era poco motivata ma non ci fu il tempo di arrivare a un verdetto perché Russello l’11 novembre del 2009 morì prima che il quarto processo desse i suoi responsi.

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