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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia Licata

Cava chiusa per informativa antimafia, il Tar ha condannato il ministero

Il Distretto minerario aveva revocato l'autorizzazione all'estrazione per presunte infiltrazioni. Il Tar dà ragione alla società

L'autorizzazione era stata fatta decadere per una informativa antimafia "atipica" della Prefettura di Agrigento. Informativa per cui erano stati ritenuti "decisivi" rapporti di "coniugio" e di affinità. Il titolare della cava, un licatese di 41 anni, che era stato autorizzato dal distretto minerario di Caltanissetta all'esercizio della cava di calcare denominata "Marotta", ha però proposto ricorso davanti al Tar. Sia per l'annullamento dell'informativa prefettizia che per quello di decadenza dell'autorizzazione. Tribunale amministrativo che ha condannato il ministero dell'Interno e l'assessorato regionale all'Energia a pagare le spese processuali. 

Il titolare della cava, in attesa del giudizio dinanzi al Tar, assistito dall'avvocato Girolamo Rubino, ha avanzato un'istanza di aggiornamento alla Prefettura di Agrigento segnalando che il proprio coniuge, nonostante la segnalazione da parte della Guardia di Finanza, non aveva subito alcun procedimento penale e che per il proprio affine il pubblico ministero aveva avanzato richiesta di archiviazione. Richiesta accolta dal Gip. 

La Prefettura di Agrigento, ritenendo condivisibili le argomentazioni prospettate dall'avvocato Rubino, disponeva, dunque, l'iscrizione della società licatese nell'elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti al tentativo di infiltrazione mafiosa: la cosiddetta "White List". 

Il difensore della società licatese chiedeva, a questo punto, al Tar Sicilia la declaratoria della cessazione della materia del contendere, limitatamente all'informativa prefettizia, insistendo però nella richiesta di annullamento del provvedimento di decadenza. 

La prima sezione del Tar Sicilia - presidente Calogero Ferlisi, relatore Aurora Lento - condividendo le richieste avanzate dall'avvocato Rubino, ha dichiarato in parte cessata la materia del contendere, relativamente all'informativa prefettizia. Vista l'attestazione di insussistenza di pericoli di infiltrazione mafiosa, emanata dalla stessa Prefettura di Agrigento,  il Tar ha conseguentemente annullato il provvedimento di decadenza. Era venuto, del resto, meno l'unico presupposto e sono stati condannati il Ministero dell'Interno e l'assessorato regionale dell'Energia al pagamento delle spese giudiziali. 

Per effetto della sentenza resa dal Tar, l'imprenditore licatese potrà proseguire l'esercizio dell'attività estrattiva nella cava "Marotta".

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