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Mafia

"Affari con i boss per farsi eleggere al consiglio comunale", unificati i due processi

La posizione del geometra Giuseppe Scozzari sarà trattata insieme agli altri dieci imputati del troncone abbreviato

Prima lo stralcio, adesso l'unificazione al troncone principale del processo. L'ex consigliere comunale di Licata, Giuseppe Scozzari, dimessosi pochi giorni dopo l'arresto per l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, sarà processato, a partire dal 19 ottobre, insieme agli altri dieci imputati davanti al gup di Palermo.

È stato disposto ieri, dopo un’iniziale separazione dei fascicoli per ragioni procedurali legate alla sospensione durante il periodo dell’emergenza Covid. Otto, invece, sono stati rinviati a giudizio, per loro il dibattimento inizierà il 15 ottobre davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato. Scozzari, difeso dall'avvocato Giovanni Di Benedetto, è accusato di avere fatto affari col boss per farsi eleggere consigliere comunale. In cambio avrebbe garantito il suo peso all'interno del Municipio e quello nell'Azienda sanitaria in cui lavorava come funzionario dell'ufficio tecnico dell'ospedale.

Le inchieste "Assedio" e "Halycon" che hanno disarticolato, fra luglio e agosto del 2019, con le operazioni di carabinieri e Ros, la nuova famiglia mafiosa di Licata che avrebbe pure stretto un accordo con la politica e la massoneria deviata per portare avanti i propri interessi economici e personali, sono state concluse nei mesi scorsi e ventuno indagati sono finiti a processo. I personaggi principali sono il boss Angelo Occhipinti, 65 anni, lo stesso ex consigliere comunale, nonchè geometra dell'ufficio tecnico dell'ospedale di Licata, Giuseppe Scozzari, e il funzionario della Regione Lucio Lutri. 

Scozzari avrebbe, "nell'esercizio delle, sue funzioni di responsabile del servizio tecnico del presidio ospedaliero di Licata, ed essendo influente funzionario dell'Asp di Agrigento, garantito corsie preferenziali per l'accesso ai servizi dell'Asp a soggetti indicati dal capomafia Occhipinti". Nell'esercizio delle funzioni di consigliere comunale di Licata, invece, avrebbe "messo a disposizione il proprio peso politico all'interno del Comune al fine di fare ottenere al capomafia Occhipinti ed a Raimondo Semprevivo (suo cognato) la regolarizzazione amministrativa di un'area sottoposta a sequestro penale”.

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