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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il verdetto / Licata

Abusi edilizi nella casa al mare, boss scagiona il braccio destro: assolto

Angelo Occhipinti, sentito in aula, aveva tirato fuori l'ex genero Raimondo Semprevivo: "Non sapeva nulla di quei lavori, era in Germania"

"Quel terreno l'ho spianato io, Raimondo Semprevivo non sapeva nulla perchè era in Germania". Il boss Angelo Occhipinti, 68 anni, aveva difeso così, in aula, l'ex genero Raimondo Semprevivo che, peraltro, al processo alla cosca di Licata è stato condannato a 12 anni di carcere con l'accusa di essere stato il suo braccio destro nella gestione del clan mafioso.

Il giudice gli ha creduto e lo ha assolto seppure con la formula che un tempo il codice definiva "insufficienza di prove". Sia Occhipinti che Semprevivo sono finiti a processo per rispondere di alcuni abusi edilizi. Le due posizioni, per problemi legati alle notifiche, sono state separate.

Occhipinti era stato già assolto con sentenza definitiva. In precedenza, però, era stato ascoltato al processo, appena concluso davanti al giudice Giuseppe Sciarrotta, in cui era imputato Semprevivo.

"Per me resta uno della famiglia - aveva detto - anche se ho interrotto la relazione con sua suocera. Non si cancellano 35 anni di rapporti come se nulla fosse. In quel periodo, ovvero nel maggio del 2018, era in Germania e non sapeva nulla di quei lavori. Me ne sono occupato io".

La denuncia nei loro confronti è scattata il 26 maggio del 2018 dopo un controllo in un cantiere, ormai chiuso, dove sarebbero stati commessi degli abusi. I due erano accusati di avere realizzato tre terrazzamenti abusivi in un’abitazione sul mare di Licata, a circa 7 metri dalla battigia in assenza del permesso a costruire.

Il pubblico ministero Margherita Licata aveva chiesto la condanna a 35 giorni di arresto e 25mila euro di ammenda. L'avvocato Angelo Armenio, che difende Semprevivo insieme al collega Giovanni Castronovo, aveva replicato sostenendo che Semprevivo non avesse alcuna responsabilità per quei lavori perchè "come sostenuto correttamente da Occhipinti non si trovava neppure in Italia". In subordine era stata proposta l'assoluzione "per particolare tenuità del fatto". 

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