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Giovedì, 25 Aprile 2024
Tribunale

Inchiesta antimafia "Kerkent": sorveglianza speciale di tre anni per 34enne

A siglare la misura di prevenzione è stata l’apposita sezione del tribunale di Palermo che ha accolto la proposta del questore Rosa Maria Iraci

Sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, per Gerlando Massimino, 34 anni, figlio di Massimino. A siglare la misura di prevenzione è stata l’apposita sezione del tribunale di Palermo che ha accolto la proposta del questore di Agrigento Rosa Maria Iraci.

Gerlando Massimino era stato arrestato dalla Dia il 4 marzo del 2019, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo nell’ambito dell’operazione denominata “Kerkent”. Un’inchiesta che, all’epoca, permise di sgominare una presunta associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Associazione – che stando all’accusa formalizzata allora – era diretta dalla famiglia mafiosa di Agrigento-Villaseta che faceva capo al padre di giovane agrigentino, ossia ad Antonio Massimino. 

Adesso il tribunale di Palermo ha disposto la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, per Gerlando Massimino – che era stato condannato, nel febbraio del 2021, a 12 anni di reclusione - avrà una durata di tre anni.

Alla fine dello scorso febbraio, davanti ai giudici della quarta sezione della Corte di appello di Palermo, è ripartito,  praticamente a distanza di un anno dalla sentenza di primo grado, il processo scaturito dalla maxi inchiesta "Kerkent". Il gup del tribunale di Palermo, Fabio Pilato, aveva inflitto 20 condanne e 8 assoluzioni nello stralcio abbreviato. La pena più alta - 20 anni di reclusione - era stata inflitta proprio al capomafia che, tornato libero dopo due condanne, si sarebbe rimesso all'opera organizzando la nuova famiglia mafiosa e un vasto narcotraffico, con diramazioni anche a Palermo e in Calabria, che serviva per finanziarla. Condannato, allora, pure il figlio Gerlando che lo avrebbe aiutato nella gestione del giro di spaccio. 

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