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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mafia Menfi

Blitz antimafia "Opuntia", indagato chiede di essere sentito dalla Dda

Tommaso Gulotta vuole "chiarire che alcuni episodi che gli vengono contestati non hanno nulla a che fare con fatti di mafia"

Tommaso Gulotta vuole sottoporsi ad interrogatorio. Fino ad oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere e il giudice ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il tribunale del Riesame di Palermo ha poi rigettato l’istanza di revoca della misura e adesso Tommaso Gulotta, di 52 anni, di Menfi, indagato nell’operazione antimafia "Opuntia", ha chiesto di essere interrogato "per chiarire – fa sapere al Giornale di Sicilia il suo legale, l’avvocato Accursio Gagliano – che alcuni episodi che gli vengono contestati non hanno nulla a che fare con fatti di mafia".

Gulotta sarà interrogato dai sostituti della Direzione distrettuale antimafia di Palermo che conducono l’inchiesta. Al menfitano viene contestato di avere accompagnato Pietro Campo di Santa Margherita in località Magaggiaro per un incontro con Vito Bucceri, il collaboratore di giustizia di Menfi che prima era capo della famiglia mafiosa locale, e poi la vicenda relativa ai suoi contatti con un’impresa che ha realizzato un’opera pubblica a Menfi ed ancora i contatti con il medico Pellegrino Scirica, di 63 anni, di Menfi, altro indagato finito pure in carcere. Gulotta è detenuto nel carcere di Agrigento.

Oltre a Gulotta ed al medico Scirica sono rimasti in carcere anche Matteo Mistretta, di 31 anni, e Vito Riggio, di 48, entrambi di Menfi, e Domenico Friscia, di 54 anni, di Sciacca. Gli unici rimessi in libertà, su decisione del Gip del Tribunale di Palermo, Fabio Pilato, sono stati i fratelli Cosimo e Giuseppe Alesi, di 45 e 52 anni, anche loro di Menfi.
 

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