rotate-mobile
Mafia Cianciana

Ucciso perché non si piegava alle regole di Cosa Nostra, dopo 25 anni arrestato il killer

La svolta nell'inchiesta si è avuta nel luglio del 2017 quando vennero mostrati degli album fotografici ad alcuni parenti della vittima che avevano assistito all'omicidio. A carico dell'indagato, Filippo Sciara, anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia

Venne ucciso - gli spararono anche in faccia - il giorno del suo anniversario di matrimonio: il 22 agosto del 1993. A distanza di 25 anni da quell'efferato delitto, i carabinieri del reparto Operativo di Agrigento e i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo hanno individuato e arrestato il presunto esecutore materiale dell'omicidio di Diego Passafiume. In esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal Gip del tribunale di Palermo e richiesta dalla Dda, è stato arrestato Filippo Sciara, 54 anni, ritenuto - da investigatori e inquirenti - affiliato alla "famiglia" di Siculiana. 

IL VIDEO. Onesto e dunque scomodo a Cosa Nostra, 25 anni dopo l'omicidio scatta l'arresto

La vittima, un onesto imprenditore nel settore del movimento terra, un quarantunenne, venne ucciso mentre era alla guida della propria auto. La vettura venne raggiunta da alcune fucilate, sparategli da un ignoto che si era, poi, subito dileguato con altri complici, a bordo di una macchina.

Durante le immediate ricerche, i carabinieri ritrovarono, in fiamme, l’auto utilizzata dai killers. L’autopsia confermò che l’imprenditore era stato colpito da tre fucilate, di cui una in pieno volto. Le indagini, sin da subito, si mostrarono alquanto difficili. Venne privilegiata la pista che portava ai sub appalti, settore in cui risultava ben inserito Passafiume. Dalle indiscrezioni allora raccolte, era emerso che l’imprenditore non aveva voluto piegarsi alle regole imposte dalle cosche mafiose in ordine alla spartizione dei sub appalti nel settore del movimento terra e del trasporto di inerti.

Dopo una prima archiviazione delle indagini, a carico di ignoti, l’inchiesta era stata riaperta grazie anche ad alcune dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia. La morsa degli investigatori del reparto Operativo di Agrigento però non si è mai allentata ed infatti, il "cold case" è stato risolto grazie alla raccolta ed all’incrocio di alcuni indizi raccolti nel tempo.

La vera e propria svolta nelle indagini si è avuta nel luglio del 2017, quando i militari dell’Arma, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno acquisito determinanti indizi di colpevolezza nei confronti di un individuo, sospettato di essere l’esecutore materiale del brutale omicidio. "Grazie ad alcuni album fotografici esibiti ad alcuni parenti della vittima, che all’epoca avevano assistito alla tragica scena del delitto, i carabinieri hanno stretto il cerchio dei loro sospetti - viene ricostruito, ufficialmente, dai militari dell'Arma del comando provinciale di Agrigento - nei confronti di Filippo Sciara, agrigentino, 54enne, già affiliato alla 'famiglia' mafiosa di Siculiana, coinvolto anche nella nota vicenda del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo". 

A carico dell'indagato anche le convergenti dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia: Pasquale Salemi, Maurizio Di Gati e Giuseppe Salvatore Vaccaro. Proprio secondo i pentiti sarebbe emerso che "l’omicidio fu commesso nel contesto mafioso territoriale, in quanto Diego Passafiume era ritenuto un imprenditore 'scomodo', che faceva troppa concorrenza alle dinamiche mafiose".

Filippo Sciara - destinatario dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere - è indagato per l'ipotesi di reato di omicidio premeditato, con l’aggravante di aver agevolato l’attività dell’associazione mafiosa denominata Cosa Nostra.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ucciso perché non si piegava alle regole di Cosa Nostra, dopo 25 anni arrestato il killer

AgrigentoNotizie è in caricamento