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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Operazione Mosaico / Favara

La faida di Favara, Quaranta tira in ballo il compagno di Gessica Lattuca: "Volevano uccidere i fratelli Di Stefano"

Il collaboratore di giustizia favarese, interrogato nel carcere Rebibbia, ricostruisce la scia di sangue fra le due bande rivali e rivela: "Cercavano vendetta, ci siamo visti a casa di Filippo Russotto"

"Dopo l’omicidio di Ciffa, vengo cercato da Gerlando Russotto e chiamato ad incontrarmi con Emanuele Ferraro, con Carmelo Vardaro e lo zio di Gerlando Russotto, Filippo Russotto. L'incontro avviene in una traversa della via… una via diciamo famosa a Favara, nominata, via Agrigento, una delle traverse, non mi ricordo bene, però nella casa di questo Filippo Russotto, dicevo per portare un particolare alla Corte, che è il marito della ragazza scomparsa, Gessica Lattuca, questo Filippo Russotto. E ci siamo incontrati là".

Il pentito Giuseppe Quaranta, lo scorso 30 marzo, ha deposto per quasi 10 ore, nell'aula bunker del carcere di Rebibbia, a Roma, dove il processo scaturito dall'operazione "Mosaico" si è spostato per ragioni di sicurezza. L'ex capomafia di Favara ha raccontato soprattutto i primi passi della faida che ha provocato una vera e propria carneficina sull'asse Favara-Belgio.

PUBBLICO MINISTERO – ascolti, e lei ha detto, cerchiamo di contestualizzare i tempi, già
c’era stato l’omicidio di Carmelo Bellavia e lei dice c’era stato anche il…
QUARANTA – l’omicidio di Ciffa.
PUBBLICO MINISTERO – più o meno?
TESTE QUARANTA GIUSEPPE – è stato nel periodo estivo.
PUBBLICO MINISTERO – di che anno?
QUARANTA – sempre del 2015, se non sbaglio.
PUBBLICO MINISTERO – ora ci torniamo. C’era stato il tentato omicidio di Maurizio DivStefano a Liegi?
QUARANTA  – non ricordo se è stato prima o dopo.
PUBBLICO MINISTERO – ora ci arriviamo.
QUARANTA – c’è stato in quel periodo.
PUBBLICO MINISTERO – subito c’è questo incontro in via Agrigento dove ha detto lei o
prima c’è qualche approccio?
QUARANTA – no no, sto collegando… no no, sto collegando la cosa.
PUBBLICO MINISTERO – sì.
QUARANTA – allora, dopo l’omicidio di Bellavia, dopo l’omicidio di Ciffa, io vengo cercato da Gerlando Russotto, mi fanno questo appuntamento e ci vediamo nella casa di Filippo Russotto…
PUBBLICO MINISTERO – aspetti un attimo, si fermi. Prima di questo appuntamento c’è un approccio, un… insomma le fanno capire che dovete parlare o direttamente c’è questo appuntamento?
QUARANTA – mi sto spiegando.
PUBBLICO MINISTERO – okay, si spieghi.
QUARANTA – allora, loro cercano me perché non sapendo che io non ero più il numero uno di Favara, perché cercano me, dopo questi due omicidi? Perché loro cercavano i fratelli Di Stefano, di cui c’era la voce in giro che loro si erano trasferiti in Spagna. E loro cercavano un aggancio tramite Cosa Nostra in Spagna, di scovarli e farli ammazzare.
PUBBLICO MINISTERO – perché?
QUARANTA – per l’omicidio di… di Carmelo, che di cui loro mi dicevano che il mandante era stato Maurizio Di Stefano e a fare l’esecuzione era Ciffa. E mi hanno detto “mei cumpare boni feci a vindica’ a su pa’”. Emanuele buonanima.
PUBBLICO MINISTERO – questo quando glielo dicono?
QUARANTA – Quando ci siamo incontrati in quella casa. Allora, però che c’era magari… che c’era presente Carmelo Vardaro, la buonanima di Emanuele, a volte magari uno per essere esaltato dice “c’ero pure io”, ma l’esaltazione anche di Carmelo Vardaro poteva essere una… un vanto, poteva essere anche un vanto perché dico… io voglio essere sincero, non è perché voglio difendere Carmelo o voglio accusare Carmelo. Carmelo diciamo… sì, ha avuto le sue disguidie giudiziarie, ha avuto quello che ha avuto però io a Carmelo non… almeno, poi se è cambiato non lo so, ma almeno nel mio periodo di criminalità che io… per vent’anni di Favara, io Carmelo non lo avevo… messo mai in questo piano di essere uno che spara, uno che fa… magari facendo uso di cocaina, può portare a queste cose. In quella discussione… in quella discussione diciamo io di più valorizzavo, come ho detto sempre la buonanima di Emanuele Ferraro perché per me aveva la stoffa di essere uomo. Quando dico uomo, dico uomo di livello criminale". 

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