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Venerdì, 19 Aprile 2024
Mafia Favara

L'inchiesta sugli agguati fra Favara e il Belgio, udienze al riesame e interrogatori

La difesa di Calogero Bellavia e Gerlando Russotto chiede ai giudici di annullare l'arresto: Calogero Ferraro fa scena muta dal gip dopo l'estradizione

L'accusa di avere fatto parte del commando che cercò di uccidere, a colpi di Kalašnikov, il quarantenne Maurizio Distefano e l'amico Carmelo Nicotra, di due anni più giovane, secondo la difesa di Calogero Bellavia è "insussistente sul piano indiziario". L'avvocato Giuseppe Barba, ieri mattina, al tribunale del riesame ha chiesto l'annullamento dell'arresto del trentunenne ex fiancheggiatore del boss Gerlandino Messina, arrestato il 15 settembre nell'operazione Mosaico, eseguita dalla squadra mobile, che avrebbe fatto luce su quattro omicidi e tre tentati omicidi consumati sull'asse Favara-Belgio.

Calogero Bellavia, secondo quanto ipotizza l'inchiesta, avrebbe cercato di vendicare, insieme a un commando, l'omicidio del padre Carmelo, avvenuto il 26 gennaio del 2015. La vittima predestinata sarebbe stato Distefano, autore dell'omicidio. Il quarantenne, noto come "Furia", scampa all'agguato in Belgio il 14 settembre del 2016 (nella circostanza viene ucciso Mario Jakelich che si trova con lui) e il 23 maggio del 2017: quella sera resta ferito anche Nicotra dato che l'agguato si consuma nel suo garage.

"Un'intercettazione telefonica - ha sostenuto l'avvocato Barba al tribunale della libertà - chiarisce che Calogero Bellavia, l'indomani parla cordialmente con Nicotra e i due fanno anche i nomi degli altri killer". Il legale ha insistito pure su un'altra circostanza. "L'esame dei tabulati telefonici lo colloca in un'altra parte di Favara rispetto al luogo dell'agguato, un minuto prima dell'agguato aveva concluso una lunga conversazione con la fidanzata".

L'inchiesta "Mosaico" ha fatto scattare sette arresti, all'alba del 15 settembre, eseguiti dalla squadra mobile di Agrigento, coordinata dal dirigente Giovanni Minardi. Tre dei quattro arrestati, durante gli interrogatori di garanzia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. All'indomani dell'operazione, davanti al gip Luisa Turco, sono comparsi lo stesso Calogero Bellavia, Gerlando Russotto 31 anni; Carmelo Vardaro, 46 anni e Vincenzo Vitello, 64 anni; tutti di Favara. Solo quest'ultimo, difeso dagli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello, ha risposto alle domande del giudice negando il suo coinvolgimento nella ricettazione dell'auto con cui, dopo l'agguato ai danni di Carmelo Nicotra, la vittima sarebbe stata trasportata: il tribunale del riesame ha già annullato l'ordinanza rimettendolo in libertà. 

Gli altri indagati (difesi dagli avvocati Salvatore Cusumano, Giuseppe Barba, Giuseppe Contato e Salvatore Virgone) si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nicotra, Antonio Bellavia, 48 anni e Calogero Ferraro, 42 anni sono stati arrestati in Belgio. Dopo Nicotra, è stato estradato anche Ferraro che - difeso dall'avvocato Salvatore Virgone - è stato interrogato al carcere di Rebibbia e si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Ieri lo stesso avvocato Giuseppe Barba e il collega Salvatore Cusumano hanno chiesto al riesame anche la scarcerazione di Russotto, accusato di alcuni episodi di detenzione di armi e droga. Secondo i difensori "le intercettazioni sono vaghe e non provano nulla". I giudici decideranno nei prossimi giorni se confermare o meno l'arresto. 

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