"Fecero affari grazie alla mafia?": la difesa contro la confisca dei beni
I legali producono una consistente mole di documenti per ottenere la restituzione del patrimonio dei fratelli imprenditori Gerlando e Stefano Valenti, condannati nel processo antimafia "Montagna"
La difesa ha completato la produzione di documenti con cui punta a dimostrare la legittima provenienza dei beni. La Procura, che all'udienza precedente aveva a sua volta consegnato ai giudici una serie di prove, all'udienza del 18 febbraio si pronuncerà sugli atti prodotti dai difensori e, subito dopo, potrebbero esserci le conclusioni.
E' entrato nel vivo - davanti ai giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo - il procedimento relativo al sequestro dei beni, per un valore di oltre 500mila euro, nei confronti di due imprenditori del settore edile e movimento di terra - i fratelli favaresi Gerlando e Stefano Valenti - coinvolti in alcune inchieste di mafia e di recente condannati a 6 anni e 8 mesi per concorso esterno nell'ambito dell'operazione "Montagna". I sigilli sono stati apposti dalla Dia, al termine di una complessa indagine patrimoniale, lo scorso luglio.
Adesso si è aperto il procedimento, in contraddittorio, al termine del quale si dovrà stabilire se dissequestrare o confiscare - ovvero trasferire allo Stato - i beni requisiti. I difensori, gli avvocati Angela Porcello e Raffaele Bonsignore, chiedono la restituzione sostenendo che il patrimonio sequestrato è stato acquisito in maniera lecita. A supporto delle loro tesi diversi atti di cui è stata chiesta la produzione. Nei confronti di Stefano Valenti (già condannato nel processo Akragas), è stato disposto il sequestro dell'intero capitale sociale e del relativo compendio aziendale della società “Athe costruzioni Srl”, per l’attività di assunzioni appalti per i lavori del Genio civile, con sede legale ad Agrigento.
Nella lista anche il 40 percento del capitale sociale della “Giarritella Srl” con sede a Favara ed oltre 11 beni mobili registrati. A Gerlando Valenti, invece, è stato sequestrato il 60 percento del capitale sociale della Cogest Srl semplificata, esercente l’attività di movimento terra con sede legale a Favara. Sequestrati anche 5 immobili e numerosi conti correnti.