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Mafia Favara

Auto taroccata nel suo garage dopo l'agguato, azzerato processo a Nicotra

Il trentottenne è scampato a un tentato omicidio a colpi di kalasnikov, la notifica del procedimento è stata fatta nella sua residenza belga ma si trovava in carcere. Secondo stop per ragioni analoghe

Prima la mancata notifica all'imputato che era irreperibile, adesso l'avviso del procedimento è stato recapitato ma non in maniera regolare perchè il trentottenne Carmelo Nicotra era in carcere quando l'atto è stato spedito nella sua residenza belga.

Secondo azzeramento dell'udienza preliminare a carico del favarese, accusato di riciclaggio per aver riutilizzato un’auto rubata a Catania sulla quale furono collocate delle targhe che dovevano occultare il reato. A sollevare il problema procedurale è stato il suo difensore, l'avvocato Salvatore Cusumano. L'episodio si inquadra nel contesto dell'inchiesta sulla faida che, sull'asse Favara-Belgio, ha provocato cinque omicidi e una mezza dozzina di tentati omicidi. 

Proprio Nicotra è vittima di un tentato omicidio a colpi di kalasnikov. "Sotto casa mia c'erano due uomini incappucciati dentro una Fiat Panda blu". Così il quarantunenne favarese Emanuele Ferraro disse ai carabinieri qualche mese prima dell'8 marzo del 2018, quando un commando gli sparò addosso in pieno giorno uccidendolo.

La stessa auto fu trovata nel garage di Nicotra dopo che, il 23 maggio del 2017, lo stesso aveva subito un agguato, insieme a Maurizio Distefano, 40 anni, detto "Furia". Sarebbe stato quest'ultimo, uccidendo due anni prima Carmelo Bellavia, l'imprenditore vivandiere del boss Gerlandino Messina, ad innescare la miccia che ha provocato una carneficina. Anche Distefano, quella sera, restò ferito. 

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