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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il "faccia a faccia" / Favara

Droga, armi e organizzazioni criminali, la commissione regionale antimafia: "Nessuno denuncia"

Il prefetto Maria Rita Cocciufa: "Lo Stato non può vincere solo con la repressione, se non c'è la prevenzione e la collaborazione rischia di essere una battaglia non dico persa, ma sicuramente con risultati che non tagliano alla radice certi fenomeni"

"Esiste, in questo territorio, una presenza organizzata sia della mafia che della Stiddra, con un sistema di relazioni internazionali. Esiste un'attività di contrasto sia sul 'terreno' patrimoniale, sia in materia di polizia giudiziaria con operazioni che hanno riguardato le 'famiglie'. Ci viene segnalato, così come in altre province siciliane, un utilizzo e un aumento del traffico di stupefacenti. C'è una scarsissima attività di denuncia sia per quanto riguarda le estorsioni e l'usura. Mi ha colpito sapere che, nella provincia di Agrigento non esiste un'associazione antiracket e le attività vengono sostanzialmente da Palermo". Lo ha detto a margine dell'audizione delle autorità, al Municipio di Favara, il presidente della commissione regionale antimafia Antonello Cracolici. "C'è inoltre una bassa attività della società civile che costituisce il punto più preoccupante, anche per quanto riguarda la capacità reattiva di questo territorio - ha aggiunto Cracolici - alle bande criminali, ma anche alla cultura dell'antimafia. E su questo c'è da lavorare". 

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"E' stato un momento di confronto interessante. Abbiamo delineato la situazione della provincia, con luci e purtroppo molte ombre. L'Agrigentino è caratterizzato ancora, nonostante tanti successi delle forze dell'ordine e della magistratura in operazioni anche recenti, da un tessuto sociale fortemente condizionato dalla presenza di organizzazioni criminali - ha spiegato il prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, - . E' stato posto in evidenza anche il fatto che la criminalità organizzata si è affinata molto e il fatto che la comunità sia poco incline a reagire di fronte a certi fenomeni che, non nascondiamolo, minano anche lo sviluppo economico che tarda a venire. I temi sono stati tanti perché la provincia è complessa - ha evidenziato la massima autorità di governo - e purtroppo ci induce a fare riflessioni su fenomeni come lo spaccio di stupefacenti e il consumo che riguarda tanti giovani, ma anche sulla presenza di tantissime armi. Non si poteva, naturalmente, fare un cenno al tema dell'immigrazione che però non ha elementi che possono far pensare a connivenze con la criminalità organizzata locale. E' un fenomeno di cui questa provincia soffre, ma non ci sono connivenze". 

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"Qui ci vorrebbe un grande patto sociale, fra istituzioni, cittadini ed enti intermedi in nome del bene comune e della sicurezza partecipata che non è un miraggio. Quando parlo di 'patti per la sicurezza' o protocolli per i 'controlli di vicinato' - ha aggiunto il prefetto Cocciufa -, serve la collaborazione di tutti. Tutti devono essere messi nelle condizioni di fare qualcosa. Lo Stato c'è, è presente. Però è anche vero che le denunce sono pochissime, anche delle cose più banali come le risse in centro storico ad Agrigento che vengono filmate con i telefonini. Ma denunce e segnalazioni arrivano, se arrivano, molto dopo. Ci vorrebbe un sussulto d'orgoglio che dovrebbe essere posto in essere dalle 43 amministrazioni locali. Un obiettivo su cui tutti dovremmo lavorare perché ogni ambito di questo territorio ha delle fortissime criticità. Lo Stato non può vincere solo con la repressione. Se non c'è la prevenzione e la collaborazione - ha concluso il prefetto Cocciufa -, rischia di essere una battaglia non dico persa, ma sicuramente con risultati che non tagliano alla radice certi fenomeni". 

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