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Mafia Favara

"Nessun rischio di infiltrazioni mafiose", Cga riabilita impresa favarese

I giudici hanno confermato la decisione presa in sede cautelare nei confronti della società "Chianetta ferro", ritenuta legata a un'altra azienda collusa

Il Consiglio di giustizia amministrativa "riabilita" un'impresa di Favara che era stata destinataria di un'interdittiva antimafia. La vicenda giudiziaria si è definita dopo circa quattro anni. Il titolare dell'impresa si era pure incatenato davanti alla Prefettura per protesta. 

La società “Chianetta Ferro”, con sede a Favara, è una società a conduzione familiare, dove sono impegnati quindici dipendenti, che si occupa prevalentemente di produzione di carpenteria metallica. L’attività viene svolta all'interno di uno stabilimento industriale realizzato grazie ad un contributo erogato dal ministero dello Sviluppo economico e ad un contratto di mutuo stipulato con Irfis Sicilia.

Nel 2013 la società richiedeva alla Prefettura di Agrigento l'iscrizione nella “White list”, vale a dire nell'elenco delle imprese che vengono dichiarate non soggette ad infiltrazione mafiosa. Per sollecitare l’iscrizione il legale rappresentante della società, sostenendo che il procedimento amministrativo procedesse con troppa lentezza, si incatenò davanti alla Prefettura per protesta. Alla fine l’organismo che rappresenta il governo rigettò la richiesta. In particolare il provvedimento si fondava su un presunto collegamento tra la società richiedente e un’altra impresa favarese - la Silgeo srl - a sua volta destinataria di un'informativa antimafia. Il collegamento sarebbe stato rappresentato dalla circostanza che il direttore tecnico della “Chianetta ferro” era proprietario anche di quote della società Silgeo srl, già destinataria di informativa antimafia.

La società che opera nel campo della carpenteria metallica, attraverso i propri avvocati Girolamo Rubino e Leonardo Cucchiara, aveva avanzato un'istanza di aggiornamento alla Prefettura di Agrigento, rappresentando la circostanza che il direttore tecnico aveva integralmente dismesso le quote di partecipazione al capitale della società Silgeo. Tuttavia l’istanza veniva riscontrata negativamente. La “Chianetta Ferro”, allora, proponeva un ricorso giurisdizionale  per l'annullamento, previa sospensione, sia dell'informativa antimafia, sia del diniego di iscrizione nella “White list”.

Il Tar in un primo momento ha dato ragione, però, alla Prefettura di Agrigento. Il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana in sede giurisdizionale, invece, è arrivato alla conclusione opposta e dopo il pronunciamento cautelare dello scorso dicembre è arrivato, nei giorni scorsi, quello di merito.

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