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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia Porto Empedocle

"Non mentirono quando testimoniarono contro i loro estorsori", imprenditori assolti

La Corte di appello ribalta il verdetto di primo grado per i quattro imputati accusati di falsa testimonianza e favoreggiamento

Assoluzione perché il fatto non sussiste: la Corte di appello ribalta la sentenza di primo grado e scagiona quattro imprenditori condannati in primo grado con l'accusa di avere testimoniato il falso al processo "Dna", dove erano imputati i loro presunti estorsori. I giudici hanno accolto i ricorsi dei difensori, gli avvocati Luigi Troja, Gero Noto Millefiori, Marco Giglio e Alberto Polizzi, e hanno cancellato le condanne di primo grado.

Un anno e quattro mesi di reclusione erano stati inflitti a Salvatore Abate, 38 anni; al padre Biagio, 63 anni, e a Marcello Sguali, 45 anni; due anni invece per Salvatore Butera, 59 anni, tutti di Porto Empedocle. Il gup di Palermo Ettorina Contino, al termine del processo con rito abbreviato, che esclude altre prove e riduce di un terzo l’eventuale pena, li aveva condannati per l’accusa di falsa testimonianza ma aveva escluso l’aggravante dell’agevolazione di Cosa Nostra. Era stata decisa, inoltre, l’assoluzione dall'accusa di favoreggiamento aggravato. 

"Si è trattato di un macroscopico errore giudiziario", ha commentato l'avvocato Luigi Troja con una nota.

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