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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia

Traffico di droga e abigeato sotto l'egida della mafia, chiesta audizione di Quaranta

Il pentito, imputato nel processo scaturito dall'inchiesta "Proelio", potrebbe essere ascoltato in aula

Traffico di droga e abigeato sotto l’egida di Cosa Nostra: all’udienza precedente il pm Valentina Sincero aveva chiesto di produrre alcuni verbali del collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta. Questa mattina è stata chiesta la sua audizione. Il gup di Catania Giovanni Cariolo ha rinviato l’udienza a lunedì per sciogliere la riserva, fissando quella successiva al 14 maggio e mettendo, in questo modo, in discussione l’audizione dello stesso Quaranta prevista per lo stesso giorno al processo Icaro: vista la coincidenza di date, infatti, potrebbe essere concessa la priorità a questo processo nel quale il pentito è imputato.

Via all'udienza preliminare "Proelio", in quaranta dal gup

È iniziata con un protagonista scontato l’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta “Proelio” che avrebbe smantellato un traffico di droga e furti di bestiame sotto il diretto controllo delle famiglie mafiose delle province di Agrigento e Ragusa. Quaranta gli imputati, fra i quali molti agrigentini. Nella lista, oltre allo stesso Quaranta, ci sono Francesco Fragapane, 38 anni, di Santa Elisabetta, figlio di Salvatore, capo mafia di Agrigento degli anni Novanta; Roberto Lampasona, 41 anni, di Santa Elisabetta; Antonino Mangione, 38 anni, di Raffadali; lo stesso Giuseppe Quaranta, 50 anni, di Favara e Girolamo Campione, 40 anni, residente a Burgio. L’avvocato Francesco Carrubba, difensore di Fragapane, arrestato pure il 22 gennaio nell’inchiesta antimafia “Montagna” e indicato come uno dei boss più influenti della provincia, ha chiesto l’audizione di Quaranta che, pentitosi dopo l’arresto nella stessa indagine, ha rafforzato le accuse nei suoi confronti.

Stessa richiesta è stata fatta dall’avvocato Gloria Lupo che difende il pentito-imputato che è stato ascoltato dai pm anche in questa inchiesta e ha svelato una serie di intrecci fra cosche agrigentine, ragusane e calabresi nell’ambito del settore della droga e del furto di bestiame. 

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