"Nuova cupola", imprenditore empedoclino indagato per falsa testimonianza

Un nuovo testimone indagato per un "dietro-front" nell'ambito del processo antimafia "Nuova cupola".  L'imprenditore empedoclino Filippo Fratacci, chiamato a deporre in udienza nell'aula bunker del carcere "Petrusa" di Agrigento, ha negato di aver sottoscritto un verbale davanti gli agenti della Squadra mobile di Agrigento, con il quale affermava di sapere che l’imputato "Maurizio Romeo è persona di rispetto perché vicina al boss Gerlandino Messina". Il pubblico ministero della Dda di Palermo, Rita Fulantelli, ha quindi chiesto la trasmissione degli atti al suo ufficio per procedere contro il testimone per i reati di calunnia e falsa testimonianza. 

Ma Fratacci non è stato l'unico testimone sentito nell'udienza di ieri: sono state in tutto una ventina le deposizioni. All'inizio dell'udienza, inoltre, il Tribunale, presieduto dal Luisa Turco (a latere i giudici Francesco Paolo Pizzo ed Ermelinda Marfia) ha dichiarato il non doversi procedere per morte dell'imputato con esplicito riferimento a Rosario Bellavia, l'agente di polizia penitenziaria di Siculiana accusato di mafia, morto suicida in cella il 23 dicembre scorso. Duro l’intervento del difensore, l'avvocato Totò Pennica, che glaciale ha affermato: "E' stato un suicidio annunciato e qualcuno dovrà assumersene le responsabilità. Se avesse avuto lo stesso difensore di Ligresti tutto questo non sarebbe successo". 

Il processo, che si celebra con il rito ordinario, vede alla sbarra Ettore Allegro, 50 anni, di Caltanissetta; il favarese Carmelo Vetro, 28 anni; gli agrigentini Pietro Capraro, 34 anni, e Gaetano Licata, 30 anni; gli empedoclini Bruno Pagliaro, 23 anni; Maurizio Romeo, 43 anni; Gerlando Russo, 40 anni; e Salvatore Romeo, 53 anni; e il palermitano Gianfranco Taranto, 62 anni. La prossima udienza sarà il 12 febbraio.