Fragapane in carcere, è il momento di gloria di Quaranta: lo cercano tutti per estorsioni, appoggi, reggenza
Il cinquantenne di Favara, ritenuto vicino alla famiglia di Santa Elisabetta, confessa ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo quanto ha vissuto e quanto ha saputo. Tutti gli approfondimenti
"Dopo l'arresto di Francesco Fragapane e ritrovatomi con l'incarico di referente per conto della famiglia mafiosa dei Fragapane hanno cominciato a contattarmi tutti per risolvere le più disparate questioni. Ad esempio, Giuseppe Nugara voleva la reggenza della famiglia mafiosa di San Biagio Platani (all'epoca senza un reggente in quanto Vincenzo Cipolla era stato da poco scarcerato) e voleva il mio interessamento per portare a termine le estorsioni nei confronti delle imprese di Favara; Calogerino Giambrone voleva appoggio per piazzare i videopoker nei vari paesi, tra cui Favara". Giuseppe Quaranta, neo collaboratore di giustizia, ricostruisce così - con queste parole - davanti ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia, il suo momento forse di maggior prestigio all'interno di Cosa Nostra. E' il 2 febbraio scorso quando parla, quasi a ruota libera, davanti al sostituto procuratore della Dda Claudio Camilleri.
Quaranta: "I vecchi boss considerano Francesco Fragapane come un ragazzino raccomandato"
"I calabresi avevano fatto una ricarica di 500 euro sulla postapay di mio figlio Calogero, il quale era all'oscuro di tutto. I soldi sarebbero dovuti arrivare alla famiglia di Francesco Fragapane - è sempre il 2 febbraio scorso quando Quaranta, dinanzi al sostituto procuratore della Dda di Palermo Claudio Camilleri, continua a raccontare - quale omaggio, un 'fiore'. Io ho prelevato questi soldi intenzionato a consegnarli alla famiglia Fragapane. Prima però ho informato Pasquale Fanara, il quale mi ha convinto a dividerci i soldi senza consegnare nulla alla famiglia Fragapane".