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La decisione / Casteltermini

Mafioso col reddito di cittadinanza ottiene la messa alla prova: il reato sarà estinto se supererà il programma

Giovanni Calogero Scozzaro, 63 anni, condannato nella maxi operazione "Kamarat", dimostra di non avere prodotto documenti falsi ma di essersi limitato "a non comunicare variazioni": la circostanza gli eviterà il carcere

Mafioso col reddito di cittadinanza ottiene la sospensione del processo per la cosiddetta "messa alla prova": al termine del "programma di trattamento" ovvero dello svolgimento di un percorso lavorativo socialmente utile, in caso di superamento, estinguerà il reato.

Il procedimento è quello a carico di Giovanni Calogero Scozzaro, 63 anni, di Casteltermini, condannato in passato nella maxi operazione Kamarat sul clan della zona montana. Scozzaro è finito davanti al gup Giuseppe Miceli nell'ambito dell'inchiesta a carico di altri 18 presunti "furbetti del reddito di cittadinanza".

Ad alcuni di loro si contesta di avere ottenuto l'erogazione del beneficio nonostante avessero riportato delle condanne per associazione mafiosa, che sono ostative per legge. Ad altri, coniugi o parenti di mafiosi, si contesta di avere omesso di dichiarare l'esistenza della condanna per incassare un contributo superiore.

A Scozzaro, la cui posizione è stata separata dalle altre, si contestava di avere dichiarato il falso per ottenere il beneficio. Il suo difensore, tuttavia, l'avvocato Carmelo Amoroso, ha chiesto di interrogare in aula l'imputato per dimostrare che l'ipotesi di reato a suo carico fosse meno grave ovvero "l'omessa comunicazione di variazioni del reddito". 

La circostanza ha portato alla riqualificazione del reato, sollecitata dalla stessa difesa, da parte del pm Gloria Andreoli e, quindi, alla possibilità di accedere all'istituto che estinguerà il reato in caso di superamento della "messa alla prova".

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