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"Pezzo di m.... ma suc... tu e tutta a to razza": condannato boss di Camastra per insulti a poliziotto penitenziario

Otto mesi di reclusione al 74enne Rosario Meli, riconosciuto colpevole di oltraggio a pubblico ufficiale: cade l’accusa di resistenza aggravata dal metodo mafioso

“Sì un pezzu di merda.. un si nuddru.. ma suchi tu e tutta a to razza". Per queste parole, che sarebbero state pronunciate all'indirizzo di un poliziotto penitenziario all'epoca dei fatti in servizio al carcere di Agrigento, il boss di Camastra, Rosario Meli, 74 anni, è stato condannato a 8 mesi di reclusione.

I giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, hanno tuttavia escluso l’aggravante del metodo mafioso e riqualificato l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale in oltraggio.

Il pubblico ministero della Dda Claudio Camilleri, a conclusione della requisitoria, aveva chiesto una pena di un anno e sei mesi di reclusione.

L'episodio al centro del processo risale al 14 giugno del 2018. Meli, arrestato il 7 luglio del 2016 nell'ambito dell'operazione "Vultur" che delineava il suo rinnovato ruolo (poi confermato al processo dove è stato condannato a 17 anni e 6 mesi in due gradi di giudizio) di capomafia di Camastra, era detenuto al carcere di Agrigento.

Nei giorni precedenti, secondo quanto è stato ricostruito, avrebbe inoltrato all'amministrazione una richiesta di consuntivo delle somme spese all'interno della struttura carceraria. Richiesta che, a dire di Saro Meli, detto "u puparu", non sarebbe stata evasa in maniera corretta.

“Stavo effettuando un giro della sezione - aveva detto in aula l’assistente capo della polizia penitenziaria in servizio al carcere "Di Lorenzo" - quando Rosario Meli mi ha chiesto notizie della sua istanza. Chiedeva un consuntivo delle spese fatte in carcere ma gli fu rigettato. A quel punto iniziò a reclamare, gli dissi che non potevo fermarmi a parlare con lui perchè c'erano cinquanta detenuti che stavano rientrando dall'ora di passeggio e iniziò a insultarmi".

Meli avrebbe, quindi, aggredito verbalmente il poliziotto penitenziario etichettandolo come "pezzo di merda". "Mi disse che io non ero nessuno - aveva detto - e che lui era qualcuno". 

Accuse che lo stesso Meli ha respinto al mittente. "E' stato lui a minacciarmi - aveva detto - e dirmi che dovevo stare zitto perchè sono mafioso. Per questo fatto l'ho pure denunciato, io non ho aggredito nessuno e mi rivolgo alle persone sempre con educazione".

"Non c'è stata alcuna aggressione - aveva replicato l’avvocato Santo Lucia, difensore di Meli - ma solo una risposta a un atto illegittimo tanto che poi presentò una denuncia".

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