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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia San Biagio Platani

Le accuse mosse al sindaco Sabella: "Garantì agevolazioni nella gestione degli appalti pubblici"

I magistrati della Dda contestano “in concorso con Giuseppe Nugara, Raffaele La Rosa e Vincenzo Cipolla d’aver posto in essere condotte materiali e amministrative in favore di Cosa Nostra”

Avrebbe “discusso e concordato le candidature da presentare sia nella lista a suo sostegno che in quelle a lui contrapposte”. E “una volta eletto sindaco” avrebbe “raggiunto accordi con Giuseppe Nugara e Raffaele La Rosa garantendo loro agevolazioni nella gestione degli appalti pubblici banditi dal Comune”. Sono queste le accuse mosse dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo - sulla base dell’attività investigativa svolta dai carabinieri del reparto Operativo del comando provinciale di Agrigento - a Santino Sabella, 53 anni, sindaco di San Biagio Platani, arrestato all’alba di ieri nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Montagna”. L’ipotesi di reato contestatagli è concorso esterno in associazione mafiosa.

"Concordò la candidatura del 2014 con esponenti mafiosi", sindaco arrestato 

Santino Sabella, con una lista civica di Centrodestra, è stato eletto sindaco di San Biagio Platani – Comune montano dell’Agrigentino di 3.281 abitanti circa - nel maggio del 2014. Al sindaco, i magistrati della Dda di Palermo contestano “in concorso con Giuseppe Nugara, Raffaele La Rosa e Vincenzo Cipolla (ritenuti dai carabinieri e dai magistrati rispettivamente reggente e componenti della famiglia mafiosa di San Biagio Platani) d’aver posto in essere condotte materiali e amministrative in favore di Cosa Nostra”.

Ad sindaco Santino Sabella viene contestato “d’aver messo in guardia Nuguara dai controlli presenti in paese anche tramite un sistema di telecamere e averlo invitato a non intrattenere rapporti con un carabiniere” e che avrebbe “esercitato indebite pressioni nei confronti delle imprese esecutrici dei lavori appaltati dal Comune in occasione della festa degli Archi di pane e avrebbe autorizzato un’impresa a iniziare i lavori ancor prima dell’avvenuta aggiudicazione della gara”.

I magistrati della Dda di Palermo gli contestano inoltre di “aver acconsentito alla richiesta avanzata da Nugara di non intromettersi nella gestione delle forniture di materiale e dei sub appalti”. Ieri, dopo l’arresto, a San Biagio Platani, inevitabilmente, non si parlava d’altro. E tutti i cittadini si chiedevano se, nelle prossime ore, arriveranno o meno le dimissioni. 


 

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