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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mafia Favara

Sempre a "caccia" di soldi e rimproveri, l'intercettazione: "Mi sono stancato"

Il favarese: "Tragedie forti ci sono … a me non interessa più … mi segui? … quando viene lui … fai quello che devi fare... io sono a tua disposizione completa... ma... non ne voglio sentire più... chi vuole correre... corra.."

Gli attriti non mancavano. A scatenarli: la carenza, sempre più frequente, di soldi, ma anche quei comportamenti o atteggiamenti visti come avventati, poiché mancavano di rispetto. Specie fra il favarese Giuseppe Quaranta, 50 anni, e Giuseppe Luciano Spoto, 79 anni, di Bivona. Sono le ore 18 del 28 maggio del 2014 quando viene intercettata una conversazione fra Giuseppe Quaranta e Giuseppe Nugara, 52 anni, di San Biagio Platani. Quaranta – secondo le ricostruzioni di investigatori e inquirenti – confidava al suo interlocutore di essersi stancato di dover cercare, in maniera ossessiva, il denaro per conto degli appartenenti a Cosa Nostra e soprattutto per le famiglie che hanno un loro componente detenuto: “… sai qual è il discorso Pinù? … mi sono sdegnato la macchina dello stomaco … andare ad inseguire sempre soldi per qua e per la … mi sono stancato”. Nugara sottolineava però che questo discorso non avrebbe dovuto mai farsi per Francesco Fragapane per il quale si sarebbero sempre impegnati per garantirgli adeguata assistenza:  “no. Là a Francè (Fragapane) se c’è d’aiutarlo … lo dobbiamo aiutare…”.  

Non soltanto diatribe per la sistematica “caccia” ai soldi, ma anche per questioni comportamentali. Quaranta sarebbe stato, infatti, rimproverato da Giuseppe Luciano Spoto “per essersi appartato, a colloquiare in maniera riservata, con Pietro Paolo Masaracchia”, 67 anni, di Palazzo Adriano. Per l’anziano sarebbe stata, infatti, una evidente mancanza di rispetto. Ma quel rimprovero non era andato affatto giù – stando a quanto emerge dalle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare – al favarese che sottolineava, stando a investigatori e inquirenti, di stare pensando di non occuparsi più delle questioni relative alla famiglia Fragapane, anche in vista della prossima scarcerazione del trentasettenne: “… tragedie forti ci sono … a me non interessa più … mi segui? … quando viene lui … che viene lui … le storie sono queste ... giusto? ... allora... sei qui  . . sistematele  . ..  fai quello che devi fare... io sono a tua disposizione completa... ma io non ne voglio... non ne voglio... non ne voglio sentire più... sai quando... mi sono stancato... mi sono stancato... chi vuole correre... corra...”.

Dello stesso argomento è la conversazione captata il primo giugno del 2014, nel corso della quale Calogerino Giambrone, 56 anni, di Cammarata, e Giuseppe Luciano Spoto avrebbero parlato di Quaranta e di quel “rimprovero”. Spoto che non avrebbe accettato quella mancanza di rispetto aveva pertanto deciso – stando alla ricostruzione investigativa – di allontanarlo, chiudendogli ogni possibile contatto: “Ieri me ne sono andato dove dovevo andare e gli ho murato tutte le porte … tutte”. L’anziano rinviava – stando sempre alla ricostruzione dell’ordinanza di custodia cautelare – ulteriori discussioni, in merito a Quaranta, a quando sarebbe stato scarcerato Francesco Fragapane”. 

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