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Matteo Messina Denaro ha sempre deciso sull'Agrigentino: era lui a prendere le decisioni strategiche

Relazione della Dia: i capimafia della provincia gli "riconoscono unanimemente l'ultima parola sull'investitura o sulla revoca di cariche di vertice all'interno dell'associazione"

"Matteo Messina Denaro - secondo quanto hanno sempre sostenuto investigatori e inquirenti - avrebbe mantenuto attive, nonostante l'interminabile latitanza, le comunicazioni con i capi delle famiglie agrigentine e un ruolo di rilievo per le decisioni strategiche". Lo hanno evidenziato, nel corso degli anni, le molteplici inchieste nelle quali - anche nell'Agrigentino - il "capo dei capi" è rimasto coinvolto. 

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Secondo quanto emerse dalla relazione della Dia (secondo semestre 2020) sulla provincia di Agrigento, al latitante di Castelvetrano i capimafia della provincia "riconoscono unanimemente l'ultima parola sull'investitura o sulla revoca di cariche di vertice all'interno dell'associazione. Il boss sarebbe quindi a tutt'oggi (il riferimento temporale è legato alla relazione del secondo semestre 2020) in grado di assumere decisioni delicatissime per gli equilibri di potere in cosa nostra, nonostante la sua eccezionale capacità di eclissamento e invisibilità".

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Nel novembre del 2021, anche l'allora procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio era stato chiaro: "Agrigento, per diversi anni è stato lo zoccolo duro della mafia tradizionale dei corleonesi, oggi si dice che la mafia agrigentina sia molto vicina a Matteo Messina Denaro che rappresenta l'ultimo baluardo della vecchia mafia". 

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L'ombra e le "mani" del boss Matteo Messina Denaro non veniva estese soltanto sull'area limitrofa - quella Saccense - al Trapanese. Ma sull'intera provincia di Agrigento. Le "decisioni strategiche" - stando a quanto è sempre emerso - le prendeva proprio lui: il boss di Castelvetrano. 

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