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Mafia Favara

Nascondigli, pizzo e rapporti con le famiglie: ecco come aiutarono i boss a fuggire

Come fare a gestire i "rapporti diplomatici" essendo un latitante? E' proprio quello per cui gli agenti della squadra Mobile di Agrigento hanno arrestato i tre favaresi Domenico Sciortino, il figlio Salvatore e Gaetano Arnone. I dettagli

 

Le indagini sono partite il giorno dopo l'arresto di Gerlandino Messina. Anzi, in realtà già qualche giorno prima della cattura del super latitante i poliziotti della squadra Mobile di Agrigento avevano notato alcuni contatti tra le famiglie mafiose agrigentine. Sì, perché nell'ottobre del 2009, prima che venisse arrestato Gerlandino nella casa di via Stati Uniti, a Favara, le famiglie di Cosa nostra cercavano di accorciare i tempi per incoronare il nuovo capo provincia. Serviva un reggente e il suo nome era quello indicato da tutti perché ritenuto lo "storico" vice rappresentante provinciale. Ma durante quegli incontri erano anche stati messi in discussione alcuni equilibri in seno alle famiglie mafiose della provincia ed in particolare di Favara. 
 
Come fare a gestire questi "rapporti diplomatici" essendo un latitante? E' proprio quello per cui gli agenti della squadra Mobile di Agrigento hanno Maurizio Di Gatiarrestato stanotte i tre favaresi Domenico Sciortino, 55 anni, il figlio Salvatore di 31 anni e Gaetano Arnone, 37 anni. A loro il gip del Tribunale di Palermo ha, infatti, contestato il favoreggiamento alla latitanza di Maurizio Di Gati prima e di Gerlandino Messina dopo. Secondo le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, sarebbero stati loro a mettere a disposizione gli immobili per nascondersi. E non solo: avrebbero fatto da tramite tra gli affiliati dello stesso Messina ed i "falsoniani", ovvero coloro i quali si rifacevano all'ex boss Giuseppe Falsone, arrestato a Marsiglia nel giugno del 2010. 
 
Domenico Sciortino, insieme al figlio Salvatore, avrebbe garantito i rapporti tra Gerlandino e gli uomini di fiducia di Giuseppe Falsone, ma non solo. I giudici contestano a lui anche il reato di estorsione per aver imposto il pizzo ad alcune imprese favaresi. Gaetano Arnone, invece, avrebbe messo a disposizione alcuni immobili nelle sue disponibilità, usati come nascondigli da Maurizio Di Gati e Gerlandino Messina. 
 
Gerlandino MessinaE sono state proprio le dichiarazioni del racalmutese Maurizio Di Gati e del fratello Beniamino a far stringere il cerchio. Verbali infiniti, definiti "scottanti" dagli inquirenti, nei quali l'ex capo mafia elenca nomi e soprannomi, ruoli e mansioni all'interno di Cosa nostra agrigentina. E nella lista dei suoi favoreggiatori, Di Gati aveva fatto anche i nomi di altri due favaresi, per i quali però il reato di favoreggiamento è andato in prescrizione e non sono stati, quindi, arrestati.
 
Le indagini non si fermano, vanno avanti sul fronte delle estorsioni. La richiesta del "pizzo" a Favara è stata accertata in diversi casi e gli investigatori vogliono vederci chiaro. L'indagine è stata coordinata dai pm della Dda di Palermo Vittorio Teresi, Emanuele Ravaglioli e Rita Fulantelli. 
 

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