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Perquisizioni di polizia e Sco nella Valle del Belice: si cerca Matteo Messina Denaro

L'inchiesta sta coinvolgendo una ventina di persone - uomini d'onore di sempre, ma anche volti nuovi - sospettate di essere fiancheggiatori - del latitante, per i trascorsi criminali e per  la loro vicinanza o contiguità alle famiglie mafiose trapanesi e agrigentine

La polizia di Trapani, con il Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine, sta eseguendo decine di perquisizioni in abitazioni e magazzini nella Valle del Belice, su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, alla ricerca del boss latitante Matteo Messina Denaro. Poliziotti delle Squadre Mobili di Trapani, Palermo e Agrigento sono impegnati in un'imponente operazione in cui sono dispiegati oltre 150 agenti provenienti anche dai reparti Prevenzione crimine di Sicilia e Calabria. Sul posto anche elicotteri del reparto Volo di Palermo, pattuglie munite di apparecchiature speciali e unità cinofile.

Matteo Messina Denaro, le ultime immagini arrivano da Agrigento: ecco il boss ricercato in tutto il mondo

L'inchiesta sta coinvolgendo una ventina di persone - uomini d'onore di sempre, ma anche volti nuovi - sospettate di essere fiancheggiatori - del latitante, per i trascorsi criminali e per  la loro vicinanza o contiguità alle famiglie mafiose trapanesi e agrigentine. Al setaccio le località di Castelvetrano, Campobello di  Mazara, Santa Ninfa, Partanna, Mazara del Vallo, Santa Margherita di Belìce e Roccamena (Palermo). Una "caccia" che dura ormai da decenni e che, in questa nuova inchiesta, è coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Paolo Guido. 

Il numero uno di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, è latitante dal 1993. Ieri sera era stata diffusa, in esclusiva, dal Tg2, una sua immagine ripresa da una telecamera di sicurezza: un uomo seduto sul lato passeggero di un suv filmato lungo una strada di Santa Margherita di Belìce. Era il 2009 e c’è il sospetto che quel tizio con gli occhiali e stempiato fosse proprio Messina Denaro la cui leadeship è stata confermata, da recente, dall'operazione antimafia "Xydi" che ha fatto finire in carcere, con l'accusa di essere la "consigliori" di Cosa Nostra, l'avvocato Angela Porcello, penalista fra le più note del foro di Agrigento, diventata - sostiene l'accusa - un elemento di spicco del nuovo mandamento mafioso di Canicattì di cui il compagno Giancarlo Buggea, tornato libero dopo una condanna a 8 anni per mafia, sarebbe stato il punto di riferimento. Proprio l'inchiesta "Xydi" - il padrino di Castelvetrano era destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere - oltre a cristallizzare la perdurante posizione apicale, nell’ambito di Cosa Nostra, di Matteo Messina Denaro, ha evidenziato come, punto di riferimento decisionale dell’organizzazione, il super latitante abbia continuato a impartire direttive sugli affari illeciti più rilevanti gestiti dal sodalizio nella provincia di Trapani ed in altri luoghi della Sicilia. 

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