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Mafia, torna di moda il traffico di droga: Massimino "lavorava" su tre canali

L'inchiesta "Kerkent" ha svelto diversi livelli di approvvigionamento degli stupefacenti fra Palma, Palermo e la Calabria

“È ben possibile affermare che Antonio Massimino ha potuto sfruttare il reticolo di conoscenze ed i conseguenti legami di mutua collaborazione, che tipicamente caratterizzano l’appartenenza a Cosa Nostra, al fine di attivare affidabili canali di approvvigionamento di sostanze stupefacenti di diversa tipologia e di considerevole quantità”.

Mafia, estorsione e droga: scatta il blitz "Kerkent"

Anche dall’inchiesta “Kerkent” arriva la conferma: la mafia ha messo da parte le vecchie logiche e le regole di una volta e il traffico di droga, soprattutto in un periodo di grande crisi economica, rappresenta sempre un metodo di grande affidabilità per finanziare le famiglie. Massimino, sostiene l’accusa, si era organizzato bene e guardava, soprattutto, all’esterno. Due i canali principali che aveva attivato: quello palmese e quello calabrese.

"Massimino era pronto ad uccidere bambini"

Per i contatti con la mafia calabrese ci pensava Andrea Puntorno, la cui sorella peraltro è cognata di Antonio Massimino. Quelli palmesi li avrebbe gestiti direttamente attraverso quelli che un tempo erano i rivali della Stidda. C’era, inoltre, anche un canale palermitano.

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