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"Uccise lo zio a pistolettate dopo lite per l'eredità", condanna ridotta in appello

Undici anni di reclusione al ventenne Giuseppe Volpe, riconosciuto colpevole del delitto di Giacinto Marzullo, 52 anni: sconto di 5 anni per il riconoscimento delle attenuanti generiche

Sconto di pena per il ventenne Giuseppe Volpe, condannato in primo grado a 16 anni di reclusione per l’omicidio dello zio Giacinto Marzullo, 52 anni. La prima sezione della Corte di assise di appello di Palermo, a cui si sono rivolti i difensori, gli avvocati Gaetano Timineri e Rosanna Scrimali, gli ha riconosciuto le attenuanti generiche riducendo la condanna a 11 anni.

All’origine del fatto, avvenuto il 18 agosto 2017, ci sarebbero contrasti di natura economica. L’omicidio sarebbe avvenuto dopo una discussione fra la madre dell'imputato, sorella della vittima, e Marzullo. Fra i due fratelli vi sarebbero state tensioni, perché la donna veniva accusata di essersi appropriata della pensione dell'anziano padre e del denaro messo a disposizione da una zia.

Il giovane, durante una discussione animata fra la madre e lo zio nel fondo di quest'ultimo, avrebbe estratto una pistola ed esploso quattordici colpi contro Marzullo prima di tentare la fuga, salvo poi confessare tutto in piena notte. Durante il processo, sia in primo grado, davanti al gup di Agrigento Francesco Provenzano, che in appello, sono state disposte delle perizie psichiatriche che hanno escluso qualsiasi vizio di mente per l'imputato che al momento si trova agli arresti domiciliari. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile con l'assistenza degli avvocati Santo Lucia e Antonio Montana.

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