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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Licata

Truffe nelle vendite on line anche ai terremotati, dopo un anno parte il processo

L'inchiesta Pacchi.it approda in aula per l'inizio del dibattimento dopo una serie di passaggi a vuoto: dopo l'estate saranno sentiti i primi testi

Un anno dopo il rinvio a giudizio, superati gli intoppi procedurali dovuti ai problemi nell’assegnazione di un collegio di giudici, è partito ieri il processo scaturito dall’inchiesta “Pacchi.it” che ipotizza una serie di truffe di ogni tipo attraverso la simulazione di acquisti on line.

La presunta “banda” avrebbe agito senza alcuno scrupolo e, in una circostanza, avrebbe tentato di raggirare anche un terremotato, sopravvissuto al sisma di Amatrice, al quale avrebbero fatto credere che poteva acquistare una roulotte al prezzo stracciato di 1.500 euro. Gli imputati, tutti licatesi, sono sette. Si tratta di: Alessandro Bianchi, 26 anni; Samanta Cicatello, 29 anni; Cristoforo Famà, 34 anni; Daniela Giannone, 41 anni; Antonina Parroco, 41 anni; Giuseppe Romano, 24 anni e Angelo Trupia, 47 anni. 

Ieri mattina, davanti ai giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, il pm e la difesa hanno illustrato i propri mezzi di prova. I giudici li hanno ammessi e hanno rinviato al 9 ottobre per l’audizione dei primi testi. Il sistema delle truffe sarebbe stato tanto semplice quanto, al tempo stesso, articolato. Gli oggetti messi in vendita sul web a costi modici sarebbero stati tantissimi e di ogni tipo, per le trattative si usavano schede telefoniche temporanee e dopo il pagamento dell’acconto, sostiene l’accusa, il venditore spariva e il numero che era stato utilizzato per le trattative veniva cancellato. Trentatrè le presunte truffe riuscite. 

La banda avrebbe pubblicato su un sito di acquisti online (in particolare subito.it, uno dei più noti) foto di automobili e motori non di loro proprietà, mettendole in vendita a prezzi scontati. In seguito si sarebbero fatti versare il denaro su postepay e sparivano senza consegnare i prodotti come nella più classica delle truffe. Fra i raggiri, non riusciti, quello nei confronti di un terremotato di Amatrice, a cui la banda avrebbe cercato di vendere una roulotte a 1.500 euro. Lunghissima la lista dei presunti truffati: alcuni di loro si sono costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Davide Casà e Francesco Giambalvo. 

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