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Mercoledì, 29 Novembre 2023
Cronaca Licata

L'inchiesta sulle torture ai disabili, emerse nuove violenze e il tentativo di pagare una vittima: 3 arresti

L'attività investigativa dei carabinieri ha portato alla luce anche il fatto che la presunta banda abbia tentato di sborsare dei soldi per comprare il silenzio di un possibile accusatore

Sono state scoperte nuove, ulteriori, violenze. Ma anche il fatto che la presunta banda di torturatori abbia tentato di pagare il silenzio di una vittima.

I carabinieri della sezione operativa della compagnia di Licata questa notte hanno eseguito quattro misure cautelari, di cui tre in carcere, a carico dei componenti dell’ormai noto gruppo di torturatori licatesi.

Continuano dunque ad esserci sviluppi investigativi sul "caso" Licata. Anche dopo i tre fermi dello scorso gennaio e dopo il doppio arresto, dello scorso aprile, di due quattordicenni, i carabinieri della compagnia di Licata hanno continuato a "scavare" sulle torture realizzate - e filmate - in danno alcuni disabili. E sarebbero emerse altre sconcertanti violenze, nonché il tentativo appunto di tappare la bocca ad una delle vittime pagando.

Le misure, richieste dalla Procura di Agrigento che ha coordinato le indagini ed emesse dall’ufficio del gip del tribunale, si sono rese necessarie in quanto lo svolgimento dell’attività investigativa ha permesso di scoprire, grazie ad un’attenta analisi dei telefoni cellulari in uso ai responsabili, nuovi episodi di violenza contro un’ulteriore vittima. Ma soprattutto, come emerso in più circostanze, i protagonisti di questa vicenda abbiano minacciato, malmenato e tentato di pagare una delle vittime al fine di far ritrattare le sue dichiarazioni di fronte ai giudici. Inoltre, in una circostanza, uno degli indagati, che si trovava agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, dopo essersi fatto autorizzare dall’Autorità giudiziaria per una visita medica, si è recato dalla vittima per minacciarla e costringerla a ritrattare le denunce dinanzi al giudice.

Gli arrestati sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Agrigento dove rimarranno a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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Tanto i due baby torturatori, insieme ai maggiorenni già arrestati, avevano preso a “bersaglio” - stando, naturalmente, all'accusa - uomini indifesi procurando loro, con violenze e gravi minacce poiché agendo con crudeltà, sofferenze fisiche e psichiche nonché ledendo la loro dignità. 

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(Aggiornato alle 10:36)

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