Pestaggio dopo incidente stradale, condannati padre e figlio
Sette mesi di reclusione ad Antonio Semprevivo, 54 anni; 10 mesi e 10 giorni a Giuseppe Danjel, 25 anni.
Pestato e preso a colpi di tenaglia in testa dopo un incidente stradale. Per quell'aggressione, adesso, sono stati condannati padre e figlio.
La vittima ventiduenne dell'aggressione aveva raccontato in aula il pestaggio subito dopo l'incidente con l'intervento in soccorso del figlio dell'altro automobilista e di un terzo complice mai individuato: due licatesi - Antonio Semprevivo, 54 anni e il figlio Giuseppe Danjel, 25 anni - sono finiti a processo per le accuse di lesioni aggravate e minaccia e sono stati adesso condannati.
Sette mesi sono stati inflitti al padre, assolto dall'accusa di lesioni; 10 mesi e 10 giorni al figlio.
I due imputati dovranno pure risarcire la vittima che si è costituita parte civile con l'assistenza dell'avvocato Angelo Benvenuto e, quando è stata sentita in aula, ha riconosciuto pure in foto i due imputati.
L'episodio al centro del processo, che si è concluso con la sentenza del giudice Iacopo Mazzullo, risale al 28 giugno del 2017. I due imputati, che sono stati difesi dall'avvocato Antonio Ragusa, insieme a una persona non identificata, avrebbero picchiato un automobilista con cui Antonio Semprevivo aveva avuto un tamponamento.
La presunta vittima sarebbe stata colpita con una tenaglia in varie parti del corpo e poi, una volta finita a terra, picchiata con calci e pugni. L'accusa di lesioni era aggravata dall'avere agito "per motivi futili e abbietti e con crudeltà, con l'utilizzo di uno strumento atto a offendere".
L'automobilista sarebbe stato anche minacciato di morte da Antonio Semprevivo che gli avrebbe "promesso" di tagliargli la testa e ammazzarlo. Nei loro confronti, all'epoca, scattò anche il divieto di dimora a Licata.