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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Licata

Operaio morto folgorato, decisi cinque rinvii a giudizio e un patteggiamento

Giovanni Callea, operaio di 44 anni, morì l'11 maggio del 2017 mentre lavorava in un cantiere dove si stava realizzando un battuto di cemento armato

Il giudice dell'udienza preliminare di Agrigento, Alessandra Vella, ha disposto il rinvio a giudizio di cinque imputati accusati di omicidio colposo per avere provocato la morte di Giovanni Callea, l'operaio di 44 anni di Licata, rimasto folgorato, l'11 maggio del 2017, mentre lavorava in un cantiere dove si stava realizzando un battuto di cemento armato. Si tratta degli imprenditori Valerio Peritore, 51 anni e Angelo Incorvaia, 56 anni, titolari della ditta Omnia che commissionarono le opere; Sonia Carità, 38 anni, Francesco Urso, 39 anni, legali rappresentanti della Betonmix, che fornì il calcestruzzo ed Enrico Angelo Florio, 42 anni, l'operaio che manovrava la pompa per spargere il calcestruzzo che sarebbe stata posizionata in maniera imprudente accanto ai tralicci dell'alta tensione generando una scarica elettrica che uccise l'operaio che teneva in mano il tubo per indirizzare il getto.

L'imprenditore licatese Carmelo Spiteri, 53 anni, titolare di "Casa sicura società cooperativa", ditta che materialmente doveva eseguire le opere, ha invece patteggiato una condanna a un anno e dieci mesi di reclusione. Il suo difensore, l'avvocato Francesco Sanfilippo, e il pubblico ministero Alessandra Russo, nei giorni scorsi hanno raggiunto l'accordo per l'applicazione della pena e il giudice, questa mattina, lo ha ratificato.

La prima udienza del dibattimento, per i cinque imputati, rinviati a giudizio (difesi dagli avvocati GIuseppe Barba, Giuseppe Scozzari, Antonio Ragusa, Stefania Xerra e Michele Ambra), è in programma il 12 settembre davanti al giudice Giuseppe Miceli. 

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