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Cronaca Licata

Ergastolano ucciso il giorno di Pasquetta, la difesa: "Niente movente"

L'avvocato Casalicchio, difensore di Orazio Cavallaro: "Dai filmati non arriva alcuna certezza"

“Non è stato mai chiarito il movente che avrebbe spinto l’imputato, qualora fosse realmente lui il colpevole, a commettere l’omicidio. Di conseguenza non si può ritenere in nessun modo che si tratti di un fatto premeditato”. L’avvocato Antonino Casalicchio replica così alle tesi del pubblico ministero Chiara Bisso che all’udienza precedente aveva chiesto la condanna all'ergastolo per Orazio Rosario Cavallaro, 61 anni, il pregiudicato di Ravanusa finito in carcere il 2 ottobre dell’anno scorso con l’accusa di essere il killer che ha ucciso, il 2 aprile precedente, giorno di Pasquetta, il coeataneo Angelo Carità di Licata.

A tradire Cavallaro, fra le altre cose, sono state delle tracce di sangue della vittima, uccisa con due colpi di pistola calibro 9, finite sul suo giubbotto. “Quell’indumento – aveva spiegato al gip Alessandra Vella durante l’interrogatorio di convalida del fermo – non era mio, me l’avevano regalato alla Caritas”.

Le immagini del sistema di videosorveglianza avrebbero individuato l’auto, presa in prestito da Cavallaro per compiere il delitto. “Non c’è un’immagine nitida dove si evince che a sparare è stato lui”, ha aggiunto l’avvocato Casalicchio. Prima dell’arringha difensiva del legale dell’imputato, c’è stata quella di parte civile dell’avvocato Antonino Gaziano che difende i familiari di Carità. Il 9 dicembre il gup Luisa Turco emetterà la sentenza. 
 

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