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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Licata

"Brogli per realizzare il porticciolo turistico", chieste sette condanne

Due i livelli di responsabilità ipotizzati dal pm. Da una parte il mancato pagamento degli oneri concessori sottratti alle casse del Comune per un importo di circa 7 milioni e, dall'altra, gli abusi edilizi: la pena più alta - 2 anni e 8 mesi di reclusione - proposta per il dirigente del settore Urbanistica

Sette condanne, dai due mesi di arresto ai 2 anni e 8 mesi di reclusione. Sono stati chiesti, al termine della requisitoria, dal pubblico ministero Alessandra Russo nei confronti degli imputati dello stralcio abbreviato del processo scaturito dalle due inchieste sulle presunte irregolarità nella costruzione del porticciolo turistico di Licata.

Due i livelli di responsabilità ipotizzati dal pm. Da una parte il mancato pagamento degli oneri concessori sottratti alle casse del Comune per un importo di circa 7 milioni e, dall'altra, gli abusi edilizi con varianti approvate in maniera illegittima e spazi edificati senza la relativa concessione. Uno dei principali imputati, per i reati di abuso di ufficio, abuso edilizio e occupazione abusiva di area demaniale, è Luigi Francesco Geraci, 75 anni, imprenditore di Sommatino, titolare della società “Iniziative immobiliari” che ha realizzato il progetto. La pena proposta nei suoi confronti è di un anno e otto mesi. 

Nella lista anche tre dirigenti del Comune di Licata: Andrea Occhipinti, 50 anni, a capo del dipartimento finanziario; Giuseppa Maria Pia Amato, 60 anni, responsabile del Suap (Sportello attività produttive) e Vincenzo Ortega, 58 anni, dirigente del dipartimento Urbanistica. La pena più alta – 2 anni e 8 mesi di reclusione – è stata proposta per Ortega, dieci mesi per Occhipinti e Amato. Salvatore Geraci, 40 anni, figlio del costruttore; Paola Vizzini, 69 anni e Bartolo Consagra, 43 anni, sono accusati di occupazione abusiva di suolo demaniale: il pm ha proposto due mesi e venti giorni di arresto per Geraci e Vizzini, due mesi per Consagra.

L'imprenditore Geraci e i tre dirigenti del Comune (il costruttore e Ortega sono accusati pure di brogli per eludere il pagamento di 7 milioni di oneri concessori) sono imputati di abuso di ufficio perché, nel 2014, avrebbero approvato una variante illegittima al progetto, per ragioni legate all'acquisizione dei documenti, che consentì alcune modifiche per realizzare, fra le altre cose, una nuova piscina con annessi servizi e un fabbricato. 

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