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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Porto Empedocle

Il libro di un empedoclino fa il giro del mondo, Scibetta: "Jasikevicius è un genio sportivo"

L'opera racconta la vita di una vera icona del basket che conta. Ex play maker ed oggi allenatore del Barcellona, tra le squadre più titolate d'Europa

Si chiama Pietro Scibetta, è un giornalista di Porto Empedocle e nel 2015 ha scritto un libro sulla vita di Sarunas Jasikevicius. Allenatore di pallacanestro che dal 2005 al 2007 ha anche giocato in NBA. L’ex playmaker oggi è un allenatore più che mai ambito ed ambizioso ed oggi guida la panchina del Barcellona. Non un libro, ma un vero tuffo nella storia - più che mai particolare - di un giocatore che ha segnato una vera e propria epoca. Della vita di Šarūnas Jasikevičius, Scibetta ne ha fatto un libro che è stato tradotto in diverse lingue. Si, perché, Scibetta - giornalista sportivo - è stato letto sia in Lituania, Grecia, Turchia ed in ultimo Spagna. Il libro "Vincere non basta" è un'opera di add editore.

Il tuo libro è stato tradotto anche in Lituania, Grecia, Turchia e ora Spagna, ti aspettavi tutto questo?

“La forza di un libro sta nella sua storia, in questo caso in quella del protagonista. Per gli appassionati di sport, di basket in particolare, Sarunas Jasikevicius rappresenta un’icona generazionale, abbraccia quasi vent’anni di storia del gioco sui parquet di tutto il mondo e le sue tantissime vittorie rappresentano quasi un aspetto marginale rispetto al piacere di averlo visto giocare e di averne condiviso il ‘genio sportivo’. Sicuramente è stato fondamentale l’impegno di add editore nel cercare interlocutori nei Paesi in cui Sarunas ha giocato ed è stato una autentica superstar: la sua Lituania, dove per diverso tempo il libro è stato in testa alla classifica e i giocatori di basket sono delle rockstar nel senso più popolare del termine, alla Grecia dove ha incrociato i suoi destini ad altri simboli del basket europeo come coach Zeljko Obradovic e campioni assoluti come Dimitris Diamantidis e Vassilis Spanoulis, alla Turchia da lui sono sfiorata per pochi mesi ma dove c’è una forte passione per il basket. Ora la Spagna, dove sicuramente il suo passaggio da allenatore dello Zalgiris Kaunas al Barcellona nell’estate 2020 è stato il fattore determinante. Quindi in un certo senso sì, non è una sorpresa, semmai vuol dire che a distanza di sei anni dall’uscita del libro in Italia il suo nome è ancora molto forte grazie al suo splendido avvio di carriera da coach. Il tempismo, poi, è perfetto: l’uscita del libro in Spagna è stata il 3 marzo, lui ha guidato il Barça a vincere la Copa del Rey ed è primo in classifica in Eurolega: diciamo che si è messo nelle condizioni di farsi una bella pubblicità”.

Cosa si prova ad essere conosciuto anche in un paese che non è l’Italia?

“Lavorando da oltre vent’anni nel basket non posso dire che sia un qualcosa di così importante o irraggiungibile: lo chiamano ‘Global Game’ non a caso, perché è davvero molto facile entrare in contatto con giocatori, allenatori, dirigenti, giornalisti, semplici appassionati di ogni parte del mondo, persone che si ritrovano e si riconoscono in un unico linguaggio. Mi fa senz’altro piacere ed è un privilegio aver potuto lavorare con una persona come lui ed avere un riscontro tangibile del proprio lavoro”.

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