Controlli straordinari sulla qualità dell'acqua di due ospedali dell'Asp di Agrigento alla ricerca di un rischio di diffusione della Legionella.

Le attività si sono svolte nei mesi scorsi e l'Azienda ha attivato una serie di verifiche che sono servite ad escludere la presenza del pericoloso batterio che prolifera in ambienti acquatici caldi, soprattutto impianti di condizionamento o, appunto, idrici, e che provoca conseguenze anche gravi.

I primi campionamenti nelle strutture degli ospedali riuniti di Sciacca e Ribera alla ricerca appunto della "Legionella Pneumophila" rissalgono a fine settembe e vengono realizzati in piena desione alle linee guide previste dal Ministero della Salute. Lo screening però fa attivare un campanello dall'arme perché, si legge adesso sull'albo pretorio dell'Ente, in seguito al campionamento "sono emerse delle criticità" tali da spingere l'Azienda a svolgere un trattamento di "iper clorazione shock" di tutta la rete idrica ospedaliera.

Per verificare che gli stessi abbiano avuto gli effetti sperati, l'Asp ha dato incarico di realizzare ben 18 campionamenti nei due nosocomi, cioè sia al "Giovanni Paolo II" che al "Fratelli Parliapiano" che, verosimilmente, avranno dato esito negativo: di nuovi atti formai non se ne rinvengono e tutte le procedure sono di novembre.

Era il 3 del mese, infatti, quando il responsabile dell'unità operativa di malattie infettive "Fratelli Parlapiano" chiese un focus specifico dato che il reparto oggetto dei controlli era rimasto inutilizzato per un paio di settimane durante i lavori sull'impianto dei gas medicinali. Una situazione che avrebbe potuto favorire, appunto, l'insorgere del batterio.