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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Movida / Canicattì

Gli negano l'accesso al locale e scaglia un bastone di legno contro l'ingresso: centrata in pieno volto una ventiseienne

La ragazza è finita al pronto soccorso dove i medici le hanno diagnosticato un trauma contusivo cranico. Lo stesso giovane, il fine settimana precedente, aveva lanciato una bottiglia di vetro in mezzo alla folla

Gli negano l’ingresso nel locale, uno di quelli di piazza Dante: location della movida canicattinese, e, come reazione, lancia verso la porta di ingresso, un bastone di legno. Bastone che centra in pieno viso, purtroppo, una ventiseienne che, in quell’esatto istante, s’è trovata nel posto sbagliato. La ragazza, ferita, è finita al pronto soccorso dell’ospedale “Barone Lombardo” di Canicattì dove i medici, dopo tutti gli accertamenti sanitari necessari, le hanno diagnosticato un trauma contusivo cranico guaribile in 7 giorni. A presentarsi al commissariato di polizia di Canicattì, formalizzando una circostanziata denuncia, è stata proprio la giovane.

A reagire in quel modo, dopo gli è stato negato l’ingresso nel locale forse perché ubriaco o forse perché aveva già creato fastidi in precedenza, è stato un trentaduenne canicattinese. Un ragazzo che non era, stando a quanto è emerso, nuovo ad intemperanze simili. A quanto pare, infatti, nel week end precedente, sempre lo stesso canicattinese aveva lanciato – non è chiaro, naturalmente, per quale motivo – una bottiglia di vetro in mezzo alla folla di piazza Dante. In quella circostanza nessuno rimase ferito, ma nell’ultimo episodio la ventiseienne se l’è vista davvero brutta. Piazza Dante non è nuova a questo genere di fatti, alterchi, liti e risse comprese. E’ la location dove, il 17 giugno del 2017, nelle adiacenze della chiesa di San Domenico, venne ucciso il ventiduenne Marco Vinci. Nel settembre del 2021, la Corte di Cassazione mise il sigillo sulla condanna a 30 anni di reclusione nei confronti di Daniele Lodato, 34 anni, di Canicattì, imputato dell'omicidio del ventiduenne. Un episodio che sconvolse la comunità di Canicattì: si trattò di un diverbio, un banale litigio dovuto ad apprezzamenti fatti nei confronti di una donna, all’interno di un locale che proseguito all’esterno finì in tragedia. A difendere la donna era stato proprio Vinci. 

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